Vice – L’uomo nell’ombra è un film del 2018 scritto e diretto da Adam McKay con protagonisti Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell.
La pellicola mette in scena la storia vera di Dick Cheney, interpretato da Christian Bale, dalla sua ascesa politica fino al ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti d’America.
Il film ha una durata di 132 minuti e uscirà nelle sale italiane il 3 gennaio 2019.
Vice – L’uomo nell’ombra: Trailer Ita
Vice – L’uomo nell’ombra: Sinossi
Il film, interpretato da Christian Bale (The Fighter, Batman Saga, American Hustle – L’apparenza Inganna), Amy Adams (Arrival, Justice League, Animali Notturni), Steve Carell (La Battaglia dei Sessi, Café Society, 40 Anni Vergine) e Sam Rockwell (Tre Manifesti a Ebbing Missouri, Moon), è stato inserito nella categoria “Comedy” per il magistrale tocco umoristico di McKay e ha conquistato il maggior numero di nominations ai Golden Globe 2019 rispetto agli altri film in lizza.
Un eccezionale e camaleontico Christian Bale interpreta Dick Cheney, il vice-presidente più potente della storia americana, considerato da molti il “vero numero uno” della Casa Bianca durante l’amministrazione di George W. Bush. Il film racconta l’ascesa dell’uomo “nell’ombra”, che a poco a poco ha preso in mano le redini del gioco.
Vice – L’uomo nell’ombra: Trama
Adam McKay continua il filone già imboccato con il precedente film “La grande scommessa” e prosegue sulla strada della satira ad altissima velocità, arrivando ad abbracciare con Vice – L’uomo nell’ombra un arco cronologico di circa cinquant’anni, che inizia durante l’amministrazione Nixon.
Biografia privata e storia politica degli Stati Uniti si intrecciano saldamente raccontando i fatti salienti della storia seconda metà del ‘900 fino ai primi anni 2000 attraverso la figura di Dick Cheney, già insider della Casa Bianca e poi vice-presidente di George W. Bush.
Sono gli anni Settanta quando un giovane Dick Cheney viene espulso dall’Università a causa del suo problematico rapporto con l’alcool. Non contento, continuerà a bere fino ad essere arrestato per guida in stato di ebrezza. A questo punto la moglie Lynne gli dà un ultimatum: o si rimette in riga oppure la loro storia finirà.
Da quel momento Dick farà di tutto per non deludere più la moglie e diventare l’uomo di potere che conosciamo. Lynne, dal canto suo, seguirà il marito prima supportando la sua carriera politica e poi scendendo in campo lei stessa, fino a diventare una coppia di potere tra le più importanti della storia americana.
A interpretare Cheney è il camaleontico Christian Bale che mette in scena una performance veramente impressionante, meritandosi pienamente la nomina a miglior attore protagonista in una commedia per i Golden Globe 2019.
Cheney imposterà tutta la sua carriera politica sulla sua discrezione, con un approccio calmo, silenzioso e poco appariscente fino ad arrivare, un passo dopo l’altro, a trasformare la carica di vice-presidente – normalmente considerata una carica poco influente – in un ruolo di potere senza precedenti.
Dopo aver rinunciato alla possibilità di candidarsi alla presidenza in prima persona, si ritirerà per alcuni anni dalla scena politica, fino al momento in cui gli verrà offerta la carica di vice-presidente da George W. Bush, rappresentato nel film come un bambinone inetto e inconsapevole del proprio ruolo, disposto a tutto pur di attirare l’attenzione del padre.
Vice – L’uomo nell’ombra è un film che parla del potere, dei suoi meccanismi e retroscena e del fascino che è in grado di esercitare su persone come Cheney ma non solo. Attorno a lui si muove in primo luogo la moglie Lynne e poi tutti i protagonisti della storia americana degli ultimi cinquant’anni.
Tra i mutamenti sociali e politici messi in atto da Cheney e dall’amministrazione Bush, spiccano la nascita di Fox News che segna la morte della par condicio, la guerra al terrorismo in Iraq intrapresa sulla base di informazioni falsate, e l’adozione di un linguaggio deviante fatto di eufemismi per rendere la verità più digeribile agli elettori americani (come “interrogatorio potenziato” al posto del classico “tortura”).
L’insieme di questi avvenimenti ha aperto la strada all’America contemporanea, ai “fatti alternativi” di Trump, all’alt-right, al populismo e al dilagare delle fake news.
Vice – L’uomo nell’ombra: Premi e candidature
Per i Golden Globe 2019 Vice – L’uomo nell’ombra è stato nominato per le seguenti categorie:
- Candidatura per il miglior film commedia o musicale
- Candidatura per il miglior regista ad Adam McKay
- Candidatura per il miglior attore in un film commedia o musicale a Christian Bale
- Candidatura per la migliore attrice non protagonista ad Amy Adams
- Candidatura per il miglior attore non protagonista a Sam Rockwell
- Candidatura per la migliore sceneggiatura ad Adam McKay
Vice – L’uomo nell’ombra: Recensione
Quando sono andata a vedere l’anteprima stampa di Vice, sapevo che mi sarei trovata davanti a un film complesso, denso e in un certo senso importante. Quello che non mi aspettavo assolutamente, invece, è stato il taglio umoristico totalmente irriverente ed eccentrico.
A questo si aggiunga il ritmo forsennato della narrazione, in cui ci guida la voce fuori campo del comune cittadino americano (un ex Marines, qui incarnato da Jesse Plemons) che stupisce continuamente il pubblico con trovate spiazzanti.
Un esempio? La finta fine del film: a un certo punto, nemmeno troppo distante dall’inizio, la vicenda sembra concludersi e appaiono titoli di coda e colonna sonora. Un bluff, la storia in realtà è appena iniziata e questo espediente si assicura che lo spettatore resti inchiodato allo schermo per la restante ora e mezza di visione.
Vice – L’uomo nell’ombra assicura parecchie risate che intervallano la narrazione anche nel bel mezzo dei fatti salienti e “gravi”, ma si tratta sempre di una risata amara, fatta a denti stretti e che crea un forte contrasto tra la serietà della situazione e la bassezza dei protagonisti che molto spesso si trovano a decidere degli equilibri mondiali e della vita di milioni di persone.
Attraverso la figura del protagonista incarnato da Christian Bale, il film mette in scena una critica pungente della società americana impoverita economicamente e moralmente dalle vicende degli ultimi decenni, totalmente assorbita dall’intrattenimento e dallo sballo, disinteressata o incapace di fronte ai complessi meccanismi della politica della Casa Bianca.
Ferocia, misantropia, bassezza morale, mancanza di ideali, abbrutimento, idiozia: queste sono alcune delle facce dell’America che McKay fa emergere senza alcuna clemenza, anche grazie ad alcuni espedienti di montaggio e all’uso costante dell’ironia di cui dicevo prima.
Fil rouge del film è la metafora della pesca, grande hobby di Dick Cheney alias Christian Bale: ami, esche, trappole rappresentano un continuo richiamo alle strategie messe in atto da Cheney come uomo politico, in grado di mostrare le sue carte poco alla volta, di attendere pazientemente e di raccogliere i frutti dei suoi intrighi.
Vice Film: il giudizio su Dick Cheney
La figura di Dick Cheney, protagonista di Vice, viene presentata al pubblico in modo tutt’altro che tenero: la critica alla sua politica come causa di un peggioramento tangibile della società americana c’è ed è potente.
Tuttavia, quello che emerge non è un giudizio lapidario che mira a trovare un unico colpevole o a puntare il dito: dopotutto, Cheney che ha solo fatto la sua parte, trovando il suo posto in un sistema già marcio e privo di valori, interessato solo al potere e al denaro a discapito della stessa vita umana (come dimostra la guerra in Iraq voluta proprio da Cheney e dall’amministrazione Bush junior sulla base di interessi economici).
Illuminante, sotto questo punto di vista, uno scambio di battute tra un giovane Cheney all’inizio della sua carriera e il suo mentore Rumsfeld. Alla domanda di Cheney «Noi in cosa crediamo?», Rumsfeld gli scoppierà a ridere in faccia in modo molto eloquente.
Nessuna traccia di ideali romantici, dunque: Cheney capisce ben presto che la politica non è una questione di valori ma di interessi e il meglio che può fare è volgere la situazione a proprio vantaggio, agendo il più possibile nell’ombra per non farsi mai cogliere in flagrante.