Conservare cose di qualsiasi natura mi dà il senso dello scorrere del tempo. E’ come se ogni oggetto col quale sono entrata in contatto nel corso della mia vita avesse qualcosa di me e del mio vissuto. Ieri, quando mi sono arrivate queste converse che avevo ordinato online, ho esitato un po’ ad aprire il pacco: in un certo senso significava dire addio a quelle venute prima di loro. Per la terza volta, sono “costretta” dall’usura a ricomprarle tali e quali, queste scarpe che non cambierei neanche con un paio di Louboutin.
Eppure, non riesco a buttare quelle vecchie. Le accumulo nell’arco degli anni come se avessero una storia da custodire e raccontare. Le scarpe dei miei quindici anni, le scarpe del liceo, le scarpe della maturità, le scarpe che portavo in motorino, le scarpe dell’adolescenza. E ora che le cambio è come se ammettessi a me stessa che anche questa è andata, non sono più quella ragazzina, sono un po’ più grande ma non riesco a staccarmi da queste scarpe. Forse un giorno le butterò oppure le indosserò per una scampagnata o per andare al mare, ritornando con la mente a quei giorni. Ma quel che conta ora è che le nuove scarpe aspettano solo me per essere vissute, per cominciare la loro storia, per solcare le nuove strade verso cui mi condurrà la vita.