Il 2021 è stato un anno davvero ricco, sia dal punto di vista qualitativo che qualitativo. Tanti libri, tante storie, tanta bellezza che mi ha accompagnata negli scorsi 365 giorni.
Ora è il momento di scrivere un nuovo capitolo, e per il terzo anno di fila inauguro un nuovo post in cui tenere traccia di tutte le mie letture del 2022 (scopri anche le mie letture del 2020 e le mie letture del 2021).
Quest’anno i progetti legati ai libri aumentano, con il mio nuovo profilo TikTok dedicato quasi esclusivamente al tema, e sempre più contenuti anche su Instagram. Tante anche le collaborazioni con alcune delle mie case editrici preferite, un bel riconoscimento che mi permette di veicolare la mia passione più grande di sempre.
Per il 2022 punto a leggere almeno 40 libri, come gli anni precedenti; se possibile, vorrei riuscire ad arrivare a 50. Come sempre sono molto consapevole dei miei gusti e spero che questo mi possa aiutare a scegliere i titoli giusti e immergermi in tante storie indimenticabili.
Non vedo l’ora di scoprire tutte le nuove uscite che ci aspettano nei prossimi mesi… E ora partiamo, che questo nuovo anno di letture abbia inizio!
☞ Cosa ho letto a Gennaio
#1 Tutto quello che so sull’amore (Dolly Alderton, Rizzoli)
Dolly Alderton ripercorre i suoi primi trent’anni di vita, dall’infanzia all’età adulta. Un universo popolato dalle figure femminili delle amiche, da qualche fidanzato e dai tanti rapporti occasionali che costellano il suo percorso. Si parla di dipendenze fisiche ed emotive, disturbi alimentari, amicizia, amore, lavoro, ricerca del proprio posto nel mondo, di cosa significa essere donne e millennials. E poi c’è msn, la scuola, le feste, tanta musica, e persino tante ricette.
Questo libro mi ha fatta sentire capita, confortata, meno sola. Con tutti i suoi problemi e la sua vita incasinata, Dolly è diventata un’amica da abbracciare e non lasciare mai più. Davvero una bella lettura, ne ho particolarmente apprezzato i dialoghi.
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#2 Le cattive (Camila Sosa Villada, SUR)
Vivere la propria vita come se fosse un abominio, conoscendo nient’altro che il rifiuto, il disprezzo e la violenza. Questo è ciò che accomuna tutte le protagoniste di questo libro, donne nate nel corpo di uomo, che sfidano qualsiasi regola sociale per l’aspirazione suprema di essere semplicemente se stesse. Per farlo, sono pronte a rinunciare a tutto. E vivono così, come cagne, trovano la propria forza nel branco, sole sono indifese come bambine.
Ma “essere trans è una festa” dice una delle tante personagge del romanzo: allora onoriamo la loro memoria così, con un libro che è rumoroso, pieno di colori, odori, voci, persone, animali, automobili, strade, che mi ha fatto pensare ai quadri di Frida Kalho con tutta la loro bellezza, il mistero, la gioia e la sofferenza in un’unica grande immagine che è la vita stessa. Una lettura intensa e toccante.
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#3 Romanzo di un naufragio (Pablo Trincia, Einaudi)
A dieci anni dall’incidente della Costa Concordia, Pablo Trincia ricostruisce l’accaduto con un libro a più voci, che raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti e di chi, durante quella tragica notte, ha perso i suoi cari. Testimonianze raccolte, sempre dallo stesso autore, anche nel podcast “Il dito di Dio”, disponibile su Spotify.
Questo libro è stato per me l’inizio di una nuova ossessione e la nascita della voglia di approfondire quanto più possibile la vicenda. Nonostante la scrittura coinvolgente e appassionante, infatti, ho trovato la ricostruzione molto parziale e schierata. Manca una visione super partes della vicenda e, al contrario, si percepisce nettamente il giudizio dell’autore, che ho trovato sì interessante, ma anche “ingombrante” in diversi punti della narrazione.
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#4 Un amore (Sara Mesa, La Nuova Frontiera)
È un romanzo complesso quello di Sara Mesa, che in meno di 200 pagine costruisce una storia su più livelli. C’è La Escapa, un paesino della Spagna rurale dove Nat si è appena trasferita. C’è la comunità del posto, che la accoglie con apparente normalità, ma che in realtà cela chiusura e diffidenza. E c’è una relazione inaspettata che sfocia in ossessione. Ma l’altro grande tema posto al centro dall’autrice è quello del linguaggio come forma di esclusione. La protagonista, non a caso, è una giovane traduttrice: le parole permeano questa storia, vengono soppesate, sviscerate e scelte con molta cura.
In questo libro, breve ma ambizioso, trovano spazio silenzi ed equivoci, pregiudizi e incomprensioni, tabù e trasgressioni. Un’inquietudine di fondo accompagna per tutto il tempo della lettura, in un crescendo che ricorda l’andamento di una tragedia greca.
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#5 La casa degli sguardi (Daniele Mencarelli, Mondadori)
Daniele è un giovane poeta che soffre di un disturbo mentale che lo porta a vivere e sentire tutto troppo intensamente. Una condizione che pregiudica la possibilità di vivere una vita normale, e a cui lui reagisce cercando la condizione della “dimenticanza” attraverso droghe e alcol, tantissimo alcol.
La sua vita però cambia quando inizia a lavorare come addetto alle pulizie per una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Qui, dove l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e in squarci di inattesa bellezza, Daniele troverà in modo inaspettato la risposta alla domanda che da sempre lo tormenta: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa?
Forse Mencarelli è il mio scrittore preferito, ma lo dico così, quasi sussurrando. Per poi gridare al CAPOLAVORO!
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☞ Cosa ho letto a Febbraio
#6 Queenie (Candice Carty-Williams, Einaudi)
La leggerezza e l’ironia di “Eleanor Oliphant sta benissimo” incontrano i temi impegnati di “Ragazza, Donna, Altro” in questo romanzo d’esordio di Candice Carty-Williams. Un titolo che ha fatto molto parlare di sé per il tono irriverente e accessibile con cui tratta di sesso, relazioni, amicizia da una parte e razzismo, gentrificazione e Black Lives Matter dall’altra.
In una Londra in grande cambiamento, dove la comunità nera di Brixton sta perdendo i propri punti di riferimento all’interno del quartiere, dove la vita delle persone di colore sembra costantemente sottoposta a giudizio, Queenie diventa una donna adulta affrontando la fine di una relazione e facendo i conti con la propria identità e il proprio passato.
Una lettura piacevole, che scorre via leggera ma pianta i semi di qualcosa di più profondo. A me è piaciuto molto!
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#7 “La linea del fronte” (Aixa de la Cruz, Giulio Perrone Editore)
Dopo “Transito” arriva in traduzione italiana anche il penultimo romanzo diAixa de la Cruz, giovane autrice basca con una voce e uno stile davvero unici. “La linea del fronte” è un libro difficile, ibrido e ricco di temi impegnati. Primo tra tutti, la questione basca, che ripercorre la storia recente della Spagna mettendo al centro alcuni fatti di cronaca legati all’ETA. In secondo luogo, è un libro che riflette sulla letteratura, e si interroga sulla capacità che essa ha di restituire le vite di cui parla.
La domanda principale che questo libro ci pone però ruota attorno alla questione dell’identità: quanto possiamo davvero conoscere gli altri, e quanto invece l’immagine che abbiamo di loro risponde a una nostra idea? L’autrice suggerisce che ognuno di noi resta di fatto inaccessibile agli occhi di chi guarda, senza poter mai attraversare davvero quella linea del fronte che ci divide.
Un romanzo impegnativo insomma, ma che restituisce un’esperienza di lettura originale e impossibile da paragonare ad altro.
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☞ Cosa ho letto a Marzo
#8 Le ragazze (Emma Cline, Einaudi)
È l’estate dei suoi 14 anni quando Evie si imbatte in Suzanne e nelle altre ragazze della setta di Russel, leader dal carisma oscuro e irresistibile. Siamo alla fine degli anni Sessanta in California, e la storia è ispirata a quella di Charles Manson e la sua Family. Attirata dalle esperienze trasgressive che avvengono al ranch, dalla scoperta dell’amore, dalla novità del vivere senza regole, infrangendo tutti i tabù borghesi legati, Evie si trova invischiata in una realtà che va ben al di là della sua capacità di comprensione.
La notte degli omicidi Evie è una delle ragazze, ma il destino la risparmia all’ultimo istante. Per questo il suo nome non compare tra gli atti processuali, tra i tanti articoli e libri che sono stati scritti a proposito di quell’efferato delitto. Ma si è salvata veramente? Ormai sessantenne, questa storia continua a perseguitarla, come se la sua vita fosse rimasta ferma a quell’istante, con il dubbio irrisolvibile di cosa avrebbe fatto se si fosse trovata in quella circostanza.
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#9 “Zainab conquista New York” (Ayesha Harruna Attah, marcosymarcos)
Zainab è nata e cresciuta in Ghana, ma si trasferisce ancora adolescente negli Stati Uniti per andare al college. All’età di vent’anni arriva finalmente a New York con uno stage estivo e l’inizio dell’università ad aspettarla, in tasca il sogno di diventare un’illustratrice professionista.
Nella grande mela cerca di sbarcare il lunario, tra qualche disavventura e il bello delle prime esperienze tutte da assaporare. Ma Zainab non è sola. Accanto a lei, o meglio dentro la sua testa, ci sono le sue antenate: nonna, bisnonna e trisavola si palesano sotto forma di voci, commentando tutto ciò che fa, accompagnandola in giro per la città e offrendo un commento saggio, premuroso e sempre ironico a tutte le sue vicissitudini.
Così la protagonista impara a conoscere se stessa e la sua storia in un posto lontana da casa, tra lunghe passeggiate che ci trasportano con lei per le strade di New York, amicizie e ragazzi. Una lettura leggera e divertente, che fa sorridere e intenerire davanti a questa ragazza così giovane e inesperta eppure così affamata di vita.
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#10 “Niente di vero” (Veronica Raimo, Einaudi)
Veronica Raimo riesce nella difficilissima impresa di scrivere un libro intelligente ma che faccia ridere di gusto, e lo fa grazie a un’ironia dissacrante e paradossale (proprio come direbbe il personaggio del padre “siamo arrivati al paradosso”).
L’autrice sceglie di “lavare i panni sporchi” pubblicamente, racconta della sua infanzia e adolescenza all’interno di una famiglia non proprio funzionale, tra un padre ossessionato dal costruire muri, una madre troppo apprensiva e invadente e un fratello geniale che la mette in ombra, liberandola, al tempo stesso, da quella responsabilità di essere una figlia perfetta.
Un romanzo brillante che riflette sul valore stesso del ricordo come forza attiva e creatrice, in grado di riscrivere interamente la versione di una storia condivisa. Veronica scrive per esorcizzare i traumi del suo passato, scrive perché è l’unica strada possibile. E lo fa con grande ironia, quella di chi non si prende troppo sul serio ed è capace di ridere anche dei propri fallimenti.
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#11 Corpo di pane (Elisa Ruotolo, Nottetempo)
Che bello, ogni tanto, tornare alla poesia. I versi di Elisa Ruotolo sono pieni di parole semplici e di uso quotidiano, azioni familiari come impastare il pane, cucire, lavorare la terra e parole umili come acino d’uva, lievito, coccio, formiche, erba.
È una poesia piena di suggestioni, emozioni delicate e vita. I temi affrontati sono quelli dell’amore – nato e finito -, della maternità e della sua mancanza, della vita e della morte.
Una raccolta bella, accessibile e illuminante.
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☞ Cosa ho letto ad Aprile
#12 Il muro (John Lanchester, Sellerio)
Nella Gran Bretagna di un futuro prossimo non ci sono più spiagge. Al loro posto c’è il Muro, e sopra il Muro ci sono i Difensori che scrutano il mare per difendere il Paese dall’arrivo degli Altri. Questo è lo scenario globale del mondo post-Cambiamento.
Una distopia in piena regola, col sapore dei classici, “1984” per la trama e il senso di angoscia da una parte, “Il deserto dei tartari” per la sensazione di impotenza e immobilità dall’altra.
Kavanagh, il giovane protagonista, si ritroverà a lottare per la sua stessa vita, all’interno di un sistema che non capisce e non può in alcun modo combattere. Ma anche nel peggiore scenario post-apocalittico, sembrano sopravvivere il bisogno di umanità, di socialità ed empatia, al di là di ogni ingiustizia fatta o subita.
Un libro angosciante ma al tempo stesso lucido e pericolosamente verosimile. Splendida lettura, consigliatissima per gli amanti del genere.
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#13 Appunti per me stessa (Emilie Pine, Rizzoli)
Emilie Pine scrive sei storie autobiografiche, sei confessioni catartiche nelle quali mette nero su bianco le sconfitte e le vittorie di una vita intera. E nel farlo ripercorre la sua maturazione come persona e come donna, dall’infanzia all’età adulta.
La scrittura diventa specchio e liberazione, l’autrice si racconta senza filtri, parlando a sé stessa più che a un pubblico, come suggerisce il titolo. Vince la paura di apparire vulnerabile, si rivela con coraggio e questo rende la sua scrittura coraggiosa e persino sovversiva.
Perché scrivere e raccontare del proprio dolore e dei propri fallimenti è un atto politico, la storia di Emilie è la storia di tante altre donne. L’esperienza personale diventa una questione pubblica quando parla di corpo, potere, violenza.
Parole schiette, sincere e taglienti, che fanno luce anche su quello che spesso si preferisce dimenticare e riscattano l’autrice dalle ombre del passato. Davvero una bella lettura.
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#14 Cani selvaggi (Helen Humphreys, Playground)
In una piccola cittadina canadese, sei cani fuggono dalle case e dalle famiglie con cui hanno sempre vissuto, nella comodità di un’esistenza tranquilla e domestica. Nel bosco formano un branco scegliendo, in modo quasi consapevole, di vivere liberi e selvaggi.
Per questo, ogni sera i sei “ex” padroni si riuniscono in un terreno ai margini del bosco per chiamarli, sperando che tornino indietro con loro. È in questi momenti brevi e fugaci che si stringono legami, amicizie e persino amori.
Le vicende umane si intrecciano con quelle canine e procedono parallele, con un senso di inquietudine che accompagna tutta la narrazione. Pagina dopo pagina prende vita la contrapposizione tra domestico e selvaggio, tra abitudine e libertà.
E non c’è un giusto e sbagliato, ognuno trova e perde qualcosa nella scelta. I personaggi lo sanno bene, ma l’autrice sembra chiederlo anche a ogni lettore: tu rimani o fuggi? Lettura stratosferica!
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#15 Crudo (Olivia Laing, il Saggiatore)
Adoro la Olivia Laing autrice di saggi, trovo che abbia una scrittura limpida ed evocativa al tempo stesso, lucida e letteraria, con la capacità di accostare la propria esperienza personale ai temi di cui tratta nei suoi libri.
Per questo ero molto curiosa di leggere il suo primo (e per ora unico) romanzo, uscito lo scorso anno. Comprato su Vinted e subito letto, l’ho però trovato alquanto disorientante: un unico e interrotto flusso di coscienza che non dà al lettore alcun punto di riferimento rispetto alle vicende narrate dalla protagonista, una donna che sta per sposarsi e si confronta con la paura di legare la propria felicità a quella di un’altra persona.
“Crudo” è un’esplorazione dei mali del nostro tempo dalla rassegnazione, alla paura allo scetticismo. Ma è anche una fotografia dell’attualità e di un mondo che sta cadendo a pezzi.
Personalmente l’ho trovata una lettura difficile e fin troppo complicata, che mi ha rallentata molto, anche se riconosco la forte voce letteraria dell’autrice.
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☞ Cosa ho letto a Maggio
#16 La ferrovia sotterranea (Colson Whitehead, SUR)
Nella Georgia della prima metà dell’Ottocento, la giovane schiava nera Cora decide di tentare la fuga dalla piantagione di cotone in cui vive in condizioni disumane, e insieme all’amico Caesar comincia un arduo viaggio verso il Nord e la libertà. Servendosi di una misteriosa ferrovia sotterranea, Cora fa tappa in vari stati del Sud dove la persecuzione dei neri prende forme diverse, ma tutte ugualmente raccapriccianti.
Attraverso l’invenzione fantastica di una «ferrovia sotterranea», Colson Whitehead dipinge una pagina nemmeno troppo lontana della nostra storia, raccontando di violenze e discriminazioni che impongono una riflessione ancora molto attuale.
Un libro bellissimo anche se disturbante e talmente intenso da provocare dolore fisico. L’ho amato profondamente.
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#17 L’eclisse di Laken Cottle (Tiffany McDaniel, Blu Atlantide)
Leggere i libri di Tiffany McDaniel è un’esperienza: la sua scrittura è in grado di trascinarti dentro mondi incredibili, e “L’eclisse di Laken Cottle” non è da meno rispetto ai titoli precedenti.
Per questo libro più che per gli altri, però, bisogna fare un patto di fiducia con l’autrice e lasciarsi condurre senza fare domande. Le prime duecento pagine sono ricche di descrizioni ultradettagliate di un universo surreale, popolato da creature e situazioni partorite direttamente dalla fantasia dell’autrice, che mi ha ricordato la scrittura visionaria di Boris Vian e il cinema surreale di Michel Gondry in Modo Indigo.
Ma i richiami letterari sono tanti, così come le chiavi di lettura di questo romanzo straordinario. Sempre a cavallo tra più generi, fantastico, surreale, dispotico e poi all’improvviso lucido e brutale. Come ho detto, leggere Tiffany McDaniel è un’esperienza, per me sempre bellissima!
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☞ Cosa ho letto a Giugno
#18 La signorina nessuno (Giorgia Soleri, Vallardi)
Ho letto la raccolta poetica di Giorgia Soleri per curiosità rispetto alla figura dell’autrice, molto impegnata ed esposta sui social. La mia aspettativa era quella di un prodotto giusto commerciale, e così è stato.
Non parlerei di poesia in senso strettamente letterario, a mio avviso questo testo si inserisce a pieno nel fenomeno dell’insta-poetry e con un forte riferimento a Rupi Kaur. La scrittura di Soleri risulta nel complesso molto acerba, fin troppo semplice sia nella struttura dei componimenti che nella scelta del lessico, manca una visione poetica vera e propria così come una consapevolezza della propria voce.
Si percepisce nettamente la totale mancanza di editing, un peccato perché si sarebbe potuto raggiungere in risultato più maturo con la giusta guida. A mio gusto personale salvo una manciata di poesie dal taglio più letterario, che mi hanno fatto percepire la presenza di un potenziale, ma sicuramente da coltivare e raffinare.
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#19 Cambiamo il sistema, non il clima (EMMA, Laterza)
L’autrice di “Bastava chiedere” torna in libreria con un nuovo fumetto che mette al centro il tema del cambiamento climatico, della sostenibilità ambientale, del capitalismo e del greenwashing.
Con un approccio divulgativo assolutamente accessibile e comprensibile, Emma punta a informare i lettori e le lettrici per far maturare in loro una maggiore consapevolezza sui temi legati all’ambiente, così come aveva fatto nel titolo precedente per quanto riguarda il femminismo.
Qui espone i fatti, condivide saggi, libri e articoli letti, riassume la storia del progresso dalla prima rivoluzione industriale a oggi, mettendo in evidenza gli snodi più critici che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo.
Un libro intelligente che si legge in un paio d’ore e può essere il primo passo per approfondire ulteriormente questi temi, più attuali e urgenti che mai. Molto carino e molto consigliato anche per i più giovani!
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#20 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti (Alessandra Carnaroli, Einaudi)
Raccolta poetica, esercizio di stile, quaderno prezioso di giochi di parole che raccontano la quotidianità attraverso oggetti e situazioni comuni. Protagonista è la morte violenta, arrecata a sé o ad altri – come dice il titolo stesso. Suicidi e omicidi diventano protagonisti di questi componimenti brevi e, contro ogni aspettativa, spassosissimi.
Ho trovato questa raccolta di Alessandra Carnaroli divertente, arguta, intelligente e al tempo stesso di grande spessore, capace di condensare dei veri e propri drammi umani in poche righe e parole, tutte scelte con estrema cura.
Accostamenti insoliti e inaspettati di termini e situazioni creano un effetto di iniziale disorientamento, poi di grottesco, e infine di risata fragorosa. Per me è stato così, facendomi innamorare sia dell’autrice che della sua scrittura.
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#21 Isole dell’abbandono. Vita nel paesaggio post-umano (Cal Flyn, Blu Atlantide)
Riusciremo a salvare la Terra o finiremo con il distruggerla? La natura, che ci stupisce sempre, avrà la forza di rialzarsi davanti a tutte le offese subite? E comunque vada, qual è il nostro ruolo in questo processo?
Queste sono solo alcune delle domande che Cal Flyn, autrice scozzese, pone nel suo saggio “Isole dell’abbandono. Vita nel paesaggio post-umano”, ad oggi il libro più bello letto nel corso del mio 2022.
Le sue isole dell’abbandono – luoghi sparsi per tutto il globo in cui queste domande trovano le risposte più diverse – sono il punto di partenza per una riflessione che trascende lo spazio e il tempo.
Un reportage straordinario che ci mette davanti ai peggiori disastri ecologici di tutti i tempi e insieme ci restituisce l’immagine di una natura indomita, libera di svilupparsi lontana dalla presenza distruttiva e ingombrante dell’uomo.
Leggi la recensione completa QUI.
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☞ Cosa ho letto a Luglio
#22 Spatriati (Mario Desiati, Einaudi)
Vincitore del Premio Strega 2022, Desiati scrive un romanzo generazionale che mette a fuoco i pensieri di una larga parte di italiani nati tra gli anni Ottanta e Novanta e costretti a migrare da sud verso nord in cerca di lavoro, di opportunità e non per ultimo di se stessi.
Il libro ripercorre la vita dei due protagonisti, Francesco e Claudia, e della loro amicizia dall’infanzia fino all’età adulta, passando da Martina Franca in Puglia a Londra, Milano e Berlino. Sono loro gli spatriati, due giovani che pur con presupposti molto diversi fuggono lontano alla ricerca del proprio posto nel mondo, trovandolo in scelte non convenzionali e in una forma di famiglia diversa.
Nonostante i temi affrontati dall’autore siano molto attuali e in grado di toccare le corde giuste per molte persone della mia generazione, personalmente non ho apprezzato affatto questo libro. L’ho trovato esageratamente stucchevole, con una scrittura a tratti banale e troppo legata alla cronaca dell’esperienza personale, senza essere veramente in grado di astrarla e di far spiccare il volo al romanzo.
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#23 In caso di smarrimento, riportare a: (Alessandra Carnaroli, Il Canneto editore)
Di Alessandra Carnaroli avevo già letto un’altra raccolta poetica poco tempo fa; avendola apprezzata molto, ho voluto approfondire ulteriormente la conoscenza di questa autrice.
Questa raccolta è un’indagine nei meandri dell’alzheimer, malattia terribile che colpisce tanto chi ne è affetto che chi gli sta intorno. Carnaroli si muove tra le perdite di memoria graduale, il dimenticare nomi, volti, dettagli, gesti, che giorno dopo giorno sfilacciano la realtà dei malati, così come il dramma di figli e figlie.
Attraverso giochi di parole e accostamenti inaspettati, l’autrice affronta un tema delicato con grandissima sensibilità e spessore umano, senza rinunciare alla sua ironia mordace, capace di strappare un sorriso amaro anche nei passaggi più drammatici.
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#24 Poesie sulla fine (numero cromatico)
Potremmo definire “Poesie sulla fine” come un’opera d’arte contemporanea da leggere, nata dal lavoro del collettivo artistico Numero Cromatico.
I testi della raccolta, infatti, sono generati da P.O.E. (Poetry Of the End), un’Intelligenza Artificiale istruita dal collettivo a partire da un corpus di epitaffi, poemi sulla fine, epigrammi e testi in memoria.
La lettura è piuttosto straniante: nonostante le poesie parlino di esperienze molto umane come vita, morte e amore, infatti, non c’è un autore o autrice con cui empatizzare. Si genera così un cortocircuito tra scrittura e ruolo dell’autore, insieme a numerose domande sul rapporto tra arte e scienza e sulla comunicabilità delle emozioni.
Leggere questa raccolta è stato come prendere parte all’opera stessa, davvero un’esperienza interessante!
#25 Inverni lontani (Mario Rigoni Stern, Einaudi)
Mario Rigoni Stern con le sue parole semplici e ruvide si fa custode di una memoria storica preziosissima. In questo brevissimo libro fatto di appunti e riflessioni, ricorda gli anni della guerra tra freddo e stenti, mentre riflette sul suo legame viscerale con la montagna a cui appartiene.
Così il flusso dei suoi pensieri ci restituisce sullo stesso piano vicende lontane e vicine, atroci memorie degli anni più duri e gioiose scene d’infanzia, riflessioni esistenziali e consigli pratici sulla preparazione della grappa, delle conserve, dei crauti fermentati.
Una lettura perfetta per chi ama la montagna e vuole riviverne in modo breve ma intenso odori, sapori e sensazioni.
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#26 Melma rosa (Fernanda Trías, SUR)
Una città portuale del Sud America, si diffonde un’epidemia: un vento tossico avvelena le strade e costringe gli abitanti a chiudersi in casa o a fuggire. In breve tempo gli ospedali si riempiono di persone contaminate da questa peste misteriosa, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l’unico alimento reperibile in città.
E mentre la maggior parte delle persone sceglie di fuggire e migrare nell’entroterra, la protagonista sembra incapace di abbandonare la propria terra, gli affetti e i legami di una vita.
Muovendosi nelle atmosfere di un grande romanzo distopico, l’autrice tratteggia l’immagine di un futuro prossimo inquietante, come conseguenza di una crisi ambientale e climatica sempre più evidente.
E al tempo stesso riflette sul peso dei ricordi, dei legami affettivi, sul delicato equilibrio del nostro ecosistema, con una scrittura precisa e magnetica. A mio avviso una delle uscite più interessanti di quest’anno!
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☞ Cosa ho letto ad Agosto
#27 I nomi propri (Marta Jiménez Serrano, Giulio Perrone Editore)
Subito dopo aver finito questo libro – anzi, ancora mentre lo leggevo – ho avuto chiaro che sarebbe stato il mio romanzo preferito del 2022. Belaundia Fu è la migliore amica di Marta a sette anni, ed è lei la voce narrante di tutto il libro, o quasi.
Una narrazione in seconda persona singolare non è solo molto particolare, ma inizialmente anche respingente: non nego che ad entrare nel libro ci è voluto un po’, ma poi è diventato impossibile staccarsene.
Al centro del libro, la relazione della protagonista con la nonna, dagli anni dell’infanzia all’età adulta, fino alla soglia dei trent’anni. Un rapporto fatto di ricordi e momenti estremamente teneri e toccanti, con la figura della nonna che sa essere amore, guida, riferimento, e infine capacità di nominare il mondo e riempirlo di significato.
Un libro bellissimo e toccante sull’imparare a lasciare andare, sul crescere, sull’accettare il cambiamento e sopravvivere al dolore. Mi è rimasto nel cuore.
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#28 28 domande per innamorarsi (Indyana Schneider, Blu Atlantide)
Un romanzo leggero e carino, scorrevole e perfetto per l’estate, che però non rinuncia a toccare temi profondi e impegnati: “28 domande per innamorarsi” è la storia di Amalia, studentessa australiana e cantante lirica al primo anno di musica a Oxford, e Alex, anche lei nella medesima università.
Quando si incontrano, tra le due sboccia immediatamente un’amicizia straordinaria, che ben presto si trasforma in qualcosa di più, fino a diventare attrazione e poi amore. È la storia della nascita di una nuova relazione, con la paura di rovinare tutto e lasciarsi andare completamente, soprattutto quando si è giovani e ancora alla ricerca di sé.
Attraverso le 28 domande che scandiscono il libro, le due protagoniste impareranno a conoscersi a fondo e a diventare indispensabili l’una per l’altra… Fino a quando la loro relazione non entra in crisi, mettendo a rischio l’amicizia stessa.
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#29 Sempre tornare (Daniele Mencarelli, Mondadori)
Dopo “La casa degli sguardi” e “Tutto chiede salvezza” (Premio Strega Giovani 2020), “Sempre tornare” chiude la trilogia autobiografica di Daniele Mencarelli, che segue un arco cronologico inverso, che parte dall’età adulta e torna, con questo volume, all’adolescenza.
Nell’estate dei suoi diciassette anni Daniele parte per una vacanza con gli amici, ma qualcosa non va come previsto e allora, in uno dei tanti gesti estremi che lo caratterizza, decide di abbandonare il gruppo e tornare a casa a casa a piedi, proseguendo a piedi e in autostop verso Roma.
Solo e senza soldi, trasformerà il suo viaggio in un’occasione preziosisma di incontro, che lo porterà a fare i conti con “l’altro” ma soprattutto con se stesso.
Mencarelli è tra i miei scrittori preferiti e anche in questo libro non si smentisce.
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☞ Cosa ho letto a Settembre
#30 Benevolenza cosmica (Fabio Bacà, Adelphi)
Ogni tanto capita a tutti di nutrire alte aspettative per degli autori e poi non vederle corrisposte… Ahimè, questo è uno di quei casi. Di Bacà non avevo mai letto nulla, ma incuriosita dal suo arrivo in cinquina Strega 2022, ho deciso di partire dalla lettura del suo romanzo d’esordio.
Di punto in bianco al protagonista di questa storia tutto inizia ad andare per il verso giusto: non c’è modo che gli capiti qualcosa di spiacevole, o anche vagamente “normale”. La fortuna è dalla sua parte in ogni forma possibile, dal lavoro ai soldi, dall’amore agli incontri casuali. E più è oggetto di questa sorta di benevolenza cosmica, più non si dà pace nel tentativo di spiegarsene il motivo.
Molto carino l’espediente narrativo, meno l’esecuzione. A dispetto della quarta di copertina che lo definisce un “divertentissimo romanzo”, l’ho trovato eccessivamente prolisso e inconcludente.
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#31 Gli invisibili (Pajtim Statovci, Sellerio)
Dopo “Le transizioni”, Pajtim Statovci torna in libreria con un romanzo di ambientazione simile, ma capace di raccontare una storia nuova e diversa con tutta la delicatezza della sua penna.
Siamo in Kosovo a metà degli anni Novanta. Arsim è albanese, Miloš serbo, si incontrano all’università e si innamorano a prima vista. Entrambi provengono da una cultura che rifiuta le relazioni tra uomini, e difatti Arsim è sposato, a seguito di un matrimonio combinato voluto dai genitori. Da lì a poco la guerra sconvolgerà le loro vite, che si divideranno brutalmente: Arsim profugo in un altro paese, Miloš arruolato come medico. Solo molti anni dopo le vicende li porteranno a riunirsi, ma in modo del tutto inaspettato.
Un epilogo che non può essere che drammatico, straziante, capace di raccontare non solo le atrocità della guerra, ma anche quelle imposte a chi non è libero di essere se stesso e amare liberamente chi vuole. Autore e libro straordinari.
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#32 Bestiario sentimentale (Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera)
Non sono una fervida lettrice di racconti, ma i cinque contenuti in “Bestiario sentimentale” sono di straordinaria bellezza. Talmente vividi e completi da sembrare 5 romanzi brevi a se stanti.
A fare da filo conduttore alle storie sono proprio gli animali, la cui vita, governata dagli istinti e dalle leggi implacabili della natura, si fa specchio delle relazioni tra esseri umani.
Ci sono pesci, scarafaggi, gatti, funghi e serpenti, e ognuna di queste creature, in modo del tutto inaspettato, ci dice qualcosa delle esistenze fragili e complicate dei protagonisti di questi splendidi racconti.
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#33 Luoghi amati (Viola Lo Moro, Giulio Perrone Editore)
«La raccolta si compone di luoghi. Convivono nel testo le esperienze umane dell’amore e delle relazioni – l’abbandono, l’eros, la meraviglia – e quelle delle geografie urbane e naturali. I luoghi amati sono quelli sporchi della città, le impressioni di un trionfo di oggetti in rovina, ma anche i luoghi di una invocazione iniziale sconsolata verso una divinità oberata e silenziosa. A puntellare i luoghi lirici ci sono due inserti più propriamente prosaici. In questa raccolta trionfa un eterno asfissiante presente, in cui poco è lasciato all’immaginazione, in cui molto è detto o già compiuto». Postfazione di Elena Biagini.
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#34 A sangue freddo (Truman Capote, Garzanti)
Erano anni che volevo recuperare e leggere questo libro e finalmente quest’anno sono riuscita a tenere fede al mio proposito. In questo celeberrimo romanzo, Truman Capote inventa letteralmente il genere True Crime, con un reportage giornalistico su un efferato delitto che sconvolse gli Stati Uniti di fine anni Cinquanta.
Ma sarebbe limitante definire questo libro la “semplice” ricostruzione di un caso di cronaca nera: è un affresco dell’America rurale di quegli anni, delle sue tradizioni, delle comunità e del modo di vivere; e, in modo davvero sorprendente, è anche il ritratto psicologico profondamente umano dei due assassini.
Capote compie l’impossibile restituendo l’immagine di due carnefici che sono anche vittime di se stessi, in una parabola drammatica che per molti versi non avrà né vinti né vincitori. Una pietra miliare della letteratura da leggere assolutamente!
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#35 D’amore (Beatrice Zerbini, Interno Poesia)
Dopo il successo di critica e di pubblico del suo libro di esordio “In comode rate” (sempre per Interno Poesia), Beatrice Zerbini torna in libreria con una raccolta di poesie emozionanti e commoventi.
È una poesia semplice, diretta e coinvolgente, in cui lo stile dei versi si mette al servizio dell’esperienza personale dell’autrice e diventa universale. Amore, dolore, lutto, vengono rielaborati attraverso una riflessione psicoterapica, diventano cura, pianto e riso al tempo stesso.
Sicuramente una delle voci poetiche più interessanti del panorama italiano contemporaneo.
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#36 Tempo circolare (Daniele Mencarelli, peQuod)
Forse non tutti sanno che, ancor prima di essere un autore di romanzi, Daniele Mencarelli è uno dei migliori poeti nati negli anni Settanta. Con uno stile apparentemente semplice che rappresenta piccoli momenti e dettagli della vita quotidiana, è in grado di mostrare gli imponderabili squarci di un creato dove nulla è casuale.
In questa raccolta, che riunisce una selezione di componimenti prodotti nell’arco di quasi vent’anni, Mencarelli ripercorre la sua esperienza personale – la paternità, il lavoro nell’ospedale Bambino Gesù – e parla di nascita, maturazione, morte e poi di nuovo nascita, in un tempo circolare che dà il titolo alla raccolta stessa.
Molto bella e utile per avere uno sguardo a 360° sull’autore, magari da approcciare dopo aver già letto i suoi romanzi e preso familiarità con i suoi temi.
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#37 Noi felici pochi (Patrizio Bati, Mondadori)
Patrizio Bati, pseudonimo di un autore che preferisce rimanere nell’ombra, racconta in questo romanzo d’esordio una storia autobiografica che si ispira a dei mostri sacri come il cinema di Kubrick e l’iconico “American Psycho” di Bret Eston Ellis.
Un gruppo di ragazzi della Roma bene, accomunato da un uso spregiudicato della violenza, usa il proprio privilegio per commettere i peggiori soprusi rimanendo sostanzialmente impunito. Ma una sera, mentre sono in macchina a velocità folle, escono di strada tra il Circeo e l’Argentario: qui emergono i peggiori istinti dei protagonisti, disposti a passare sopra a tutto e tutti in nome del proprio tornaconto personale.
Purtroppo il libro non sempre tiene il ritmo e la mancanza di azione lo rende più didascalico che altro, con le scene di violenza che finiscono inevitabilmente per essere più descritte che fatte rivivere al lettore.
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#38 La persona ideale, come dovrebbe essere? (Sheila Heti, Sellerio)
Inquadrare questo libro potrebbe risultare complicato: l’ho iniziato pensando di leggere un saggio, per poi ritrovarmi tra le mani qualcosa di più simile a un diario o a una pièce teatrale.
La storia è quella autobiografica dell’autrice che, non ancora trentenne, cerca il proprio posto del mondo e la propria identità, principalmente nel tentativo di rivestire il ruolo di “persona ideale”, plasmando se stessa sullo sguardo altrui. La sua personalità quindi cresce e matura soprattutto nel rapporto e nel dialogo con l’amica Margaux e nell’amante Israel.
Il New York Times l’ha definito “divertente, strano, originale, impossibile da classificare, totalmente diverso da qualunque romanzo dei nostri giorni”. E ha perfettamente ragione: non è il libro che mi aspettavo ma sono comunque contenta di averlo letto.
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#39 Ti seguo (Sheena Patel, Blu Atlantide)
Ho conosciuto Sheena Patel durante un evento a Roma e, nonostante sia una ragazza carinissima e sorridente, ha scritto un libro ferocissimo in grado di prenderti a schiaffi in faccia dalla prima all’ultima pagina.
“Ti seguo” è un romanzo straordinario, innovativo e potente: critica sociale, femminismo intersezionale, relazioni tossiche e disturbi ossessivo compulsivi si fondono in una storia di poco più di 200 pagine in cui sarà difficile non identificarsi.
La protagonista si innamora di un uomo più grande di lei, ricco, famoso, sposato e con tutta una serie di relazioni parallele messe in piedi per alimentare il suo ego narcisistico. Lei cade ben presto nella sua trappola, ritrovandosi letteralmente ossessionata da lui e dalle altre donne della sua vita.
Ho amato molto questo libro, sicuramente tra le letture più belle del mio 2022.
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#40 Arriva l’oritteropo (Jessica Anthony, SUR)
The Observer ha definito questo libro “potentemente innovativo ed eccentrico” e penso che siano due parole molto adatte. Questo titolo di SUR non è solo inaspettato e originale, ma anche stranamente magnetico.
La storia intreccia due piani temporali diversi, che si ricongiungono sul finale svelando il mistero con cui si apre il libro stesso: perché il giovane deputato repubblicano Alexander Paine Wilson una mattina di agosto riceve sulla porta di casa un pacco contenente un enorme oritteropo impagliato?
Leggete questo brillante romanzo fino alla fine per scoprire una storia che è al tempo stesso satira politica, romanzo storico, commedia degli equivoci e ghost story.
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#41 Se la morte ti ha tolto qualcosa, tu restituiscilo (Naja Marie Aidt, Utopia)
Un libro così piccolo eppure così immenso, come solo la storia di un lutto può essere. Naja Marie Aidt ha perso un figlio in modo improvviso e brutale, per quello che è stato un incidente un po’ surreale e del tutto evitabile.
Come può una madre affrontare, razionalizzare e persino superare una perdita così dolorosa e viscerale? L’autrice non pretende di insegnarci nulla, solo di raccontarci la sua storia, in modo quasi remissivo, sottovoce, tirando fuori a forza le parole.
Prosa, poesia, citazioni, definizioni e altre forme di scrittura si fondono in questo libro unico dal punto di vista stilistico e contenutistico, per regalare a chi legge un’esperienza profondamente umana e toccante.
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#42 Quel che si vede da qui (Mariana Leky, Keller)
“Quel che si vede da qui” di Mariana Leky si aggiudica a pieno titolo il premio di “libro più tenero del mio 2022”. Comprato per caso a Firenze su consiglio delle libraie, e certa della qualità indiscussa delle proposte firmate Keller, mi sono lasciata convincere.
È un romanzo lontano dalla mia comfort zone di lettrice, ma sono stata così felice di scoprirlo: con la sua prosa delicata e la storia drammatica ma piena di speranze e messaggi positivi, mi ha veramente scaldato il cuore.
Al centro c’è il rapporto tra una bambina – che nel corso del libro cresce e diventa donna – e sua nonna, una figura un po’ bizzarra ma materna e molto saggia. La storia di due vite un po’ strambe ma ricche di colore, affetti e piccole felicità, capaci di proseguire anche di fronte agli eventi più drammatici che, di tanto in tanto, toccano tutti noi da vicino.
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#43 Il corpo ricorda (Lacy M. Johnson, NNE)
“Il corpo ricorda” è un memoir autobiografico in cui l’autrice racconta di quando fu rapita e stuprata dal suo ex fidanzato. Non ci sono altri modi di dirlo, e già così non sarà difficile intuire la portata e la violenza di questo libro.
Tra le letture più belle, toccanti e significative di questo 2022, impone tuttavia di essere preparate all’idea di ciò che si troverà tra le sue pagine: ci si addentra in un’esperienza devastante e traumatica, in grado di segnare una vita intera.
Se ne riemerge con rabbia, frustrazione e bisogno di rivincita. L’autrice però non è una vittima, ma una sopravvissuta, e non posso che ringraziarla per aver deciso di condividere una storia così dolorosa e personale, sorretta da una voce potente e una scrittura asciutta e tagliente.
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#44 Questa è l’America (Francesco Costa, Mondadori)
In questo libro del 2020, Francesco Costa riporta i temi del suo ormai celebre podcast e newsletter “Da Costa a Costa”, attraverso i quali ha raggiunto milioni di italiani parlando degli Stati Uniti e della loro cultura.
Al di là degli stereotipi e dell’immagine patinata che abbiamo degli States, l’autore ci guida attraverso quel mix incredibile di identità, storie e contraddizioni che caratterizzano il Paese che, ancora oggi, più di tutti condiziona il nostro immaginario.
Ho apprezzato molto l’approfondimento storico e politico, oltre che la presenza di storie molto lontane dall’idea di “sogno americano” che ci viene spesso raccontata dai film.
Lettura scorrevole, interessante e molto utile a livello di cultura generale.