Leggere tanto, leggere sempre, ecco la passione più grande che mi accompagna da tutta la vita. Di libri provo sempre a leggerne il più possibile, ma è solo da quando mi sono laureata lo scorso settembre che finalmente posso sentirmi padrona al 100% del mio tempo e dunque leggere molti più libri per puro piacere.
E proprio come mi ero prefissata, negli ultimi mesi sono riuscita a velocizzare parecchio i tempi di lettura, smaltire qualche arretrato e fare incetta di nuove uscite.
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In questo post, che sarà in costante aggiornamento per tutto il corso del 2020, appunterò le mie letture, con qualche riga di commento e considerazioni e infine i riferimenti per ritrovare tutti i titoli su Amazon.
Non mi do mai un obiettivo annuale in termini numerici (non leggo per raggiungere un traguardo), ma idealmente spero di chiudere l’anno con almeno una quarantina di titoli sulla mia lista.
E voi che programmi avete con le vostre letture? Avete già stilato una lista? Fatemi sapere che libri avete sul comodino!
☞ Cosa ho letto a Gennaio
L’anno è iniziato in modo molto soddisfacente grazie alle vacanze di Natale, che mi hanno regalato parecchio tempo libero da dedicare alla lettura.
Ecco i libri che mi hanno accompagnata nell’arco di questo mese:
#1 Ragazze elettriche (Naomi Alderman, Edizioni Nottetempo)
Immaginate per un secondo a cosa succederebbe se i rapporti di potere tra uomini e donne si invertissero: questa è la storia immaginata da Naomi Alderman in “Ragazze elettriche”.
Un libro distopico che mostra le implicazioni del potere e le responsabilità derivanti dalla semplice supremazia fisica: le donne saranno in grado di garantire un mondo migliore semplicemente in virtù del loro essere “ex vittime”? Oppure sfrutteranno il nuovo ruolo per vendicarsi di tutti i torti subiti?
Una lettura da non perdere per riflettere su temi importanti facendosi rapire da questa storia originalissima.
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#2 Persone normali (Sally Rooney, Einaudi)
Sally Rooney ha la mia età, è nata nel 1991 ed è di nazionalità irlandese. I suoi libri sono casi letterari, del genere che o si ama o si odia. La sua scrittura è stata paragonata a quella di J. D. Salinger con “Il giovane Holden”, che raccontava un’intera generazione attraverso la figura di un ragazzino.
E in “Persone normali” è proprio così: personaggi che ci rispecchiano profondamente, esperienze comuni e condivise da tutti i ragazzi e le ragazze della nostra età. Sembra quasi di guardarsi allo specchio e di non poter trovare parole migliori per descrivere ciò che si è visto.
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#3 Il caos da cui veniamo (Tiffany McDaniel, Edizioni di Atlantide)
Tiffany McDaniel è una delle mie scrittrici preferite in assoluto, già con “L’estate che sciolse ogni cosa” si era guadagnata un posto tra i miei libri preferiti.
Con questo titolo crea un mondo fatto di magia e antichi rituali, un realismo magico che mi ha ricordato un grande scrittore come Gabriel García Márquez. Ma anche un libro che tratta temi importanti come il ruolo e la forza delle donne, la loro capacità di sopportare il dolore e resistergli.
Un pungo nello stomaco dato con la delicatezza di una penna, e la McDaniel lo fa veramente ad arte.
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☞ Cosa ho letto a Febbraio
Febbraio è stato un mese molto proficuo dal punto di vista delle letture, tra saggi, narrativa e graphic novel.
Ecco quali sono state le mie letture del mese:
#4 Eroiche (Inna Shevchenko, Giulio Perrone Editore)
Inna Shevchenko è un’attivista femminista e la leader del movimento internazionale delle Femen:quel movimento che abbiamo imparato a conoscere tramite donne che rivendicano la propria indipendenza mostrando il seno nudo come gesto di estrema libertà e autodeterminazione.
L’autrice scrive questo manualetto di femminismo in chiave pop in cui rende omaggio a tutte le figure femminili che la storia ha messo in secondo piano o che non ha celebrato abbastanza. Tutti i modelli di donne intelligenti, potenti, indipendenti, irriverenti e straordinarie che hanno segnato la sua infanzia e adolescenza in un paese dell’ex Unione Sovietica.
Molto motivante e stimolante per una riflessione più attuale che mai.
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#5 Parlarne tra amici (Sally Rooney, Einaudi)
Dopo essere rimasta folgorata da “Persone normali” letto a gennaio, ho sentito il bisogno di recuperare immediatamente il suo romanzo d’esordio, “Parlarne tra amici”.
La giovane scrittrice irlandese dipinge con parole semplici e un linguaggio piano, colloquiale e senza impennate la vita emotiva e sentimentale di una coppia di ragazze che rappresentano un’intera generazione, quella dei millennials di cui faccio parte.
Cavolo, un libro così avrei voluto scriverlo io!
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#6 Quando tutto diventò blu (Alessandro Baronciani, Bao Publishing)
Una storia a fumetti per parlare degli attacchi di panico. Come descrivere questa strana sensazione, così difficile da raccontare a parole?
Alessandro Baronciani ci prova con i suoi disegni, e ci riesce egregiamente: se non avete letto altro dell’autore, questo è un ottimo titolo da cui partire. Per poi recuperare tutto il resto!
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#7 Maternità (Sheila Heti, Sellerio)
Un libro ibrido tra saggio, romanzo e memoir, una riflessione dell’autrice sul valore della maternità come esperienza centrale della vita di una donna.
Un libro che è una profonda messa in discussione di questo ruolo imposto e infine il rifiuto della stessa funzione biologica a cui le donne sono “naturalmente” destinate.
Illuminante, toccante, necessario. Sicuramente rimarrà uno dei libri più belli letti lei 2020.
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☞ Cosa ho letto a Marzo
Senza dubbio marzo 2020 sarà un mese memorabile negli anni a venire, visto che siamo chiusi in casa a causa dell’emergenza sanitaria mondiale per coronavirus.
Dal punto di vista della lettura, però, questo non può che essere un vantaggio, per cui ecco i libri che ho letto durante questo mese:
#8 Confidenza (Domenico Starnone, Einaudi)
In questo libro Domenico Starnone, da grande scrittore quale è, scava sull’ambivalenza delle persone e delle relazioni. Con uno sguardo insieme complice e distaccato, ci racconta la vita di un uomo insicuro, che vive in modo tormentato il rapporto con se stesso e con le proprie ambizioni.
Ma in realtà ci parla di noi, di quanto siano fragili le basi su cui si regge e si costruisce la nostra identità: una storia che raccontiamo a noi stessi e che cerchiamo di raccontare anche alle persone con cui intratteniamo le nostre relazioni, senza convincerci mai fino in fondo.
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#9 Come una storia d’amore (Nadia Terranova, Giulio Perrone Editore)
Dieci racconti per innamorarsi di Roma, attraverso la vita di donne che abitano la città e la vivono in tutte le sue diverse sfaccettature, dai quartieri popolari lungo la Prenestina al Ghetto Ebraico.
Racconti snelli, veloci, a tratti poetici e toccanti, con storie che vanno dalla cronaca al memoir. Consigliato per chi vuole conoscere una faccia diversa della Capitale.
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#10 Web marketing per artigiani (Pietro Fruzzetti, Dario Flaccovio Editore)
Perché non approfittare di tutto questo tempo libero per una lettura che possiamo qualificare come aggiornamento professionale?
Attraverso l’analisi di case studies e best practices, Pietro Fruzzetti parla ai piccoli artigiani e spiega come costruire la propria presenza sui social attraverso una strategia di web marketing che li porti a diventare punti di riferimento nel loro settore di riferimento.
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#11 Sul lato selvaggio (Tiffany McDaniel, Edizioni di Atlantide)
Uscito in anteprima assoluta per l’Italia, “Sul lato selvaggio” è il terzo libro di Tiffany McDaniel, che si riconferma sempre una delle mie scrittrici preferite. I temi cari all’autrice tornano tutti: l’infanzia, la famiglia, la violenza indicibile, i traumi profondi, il surreale, l’ossessione per i particolari.
Stavolta al centro del romanzo troviamo due bambine, gemelle e figlie di una coppia di eroinomani. La storia della loro vita sarà una discesa negli inferi della tossicodipendenza, dall’infanzia all’età adulta e senza ritorno. Crudissimo, profondissimo, potentissimo, bellissimo, con un colpo di scena finale sconvolgente(issino). Tutto -issimo.
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☞ Cosa ho letto ad Aprile
Aprile segna un altro mese di quarantena da trascorrere a casa in isolamento totale. L’umore inizia a farsi ballerino, tra alti e bassi cerco di costruire una nuova routine.
Ma per fortuna che ci sono i libri, che ora più che mai mi tengono impegnata con la mente, mi fanno viaggiare con la fantasia, mi appassionano con nuove storie e avventure. Ecco quelli che ho letto questo mese:
#12 American Psycho (Bret Easton Ellis, Einaudi Editore)
La storia, resa celebre anche dal film che ne è stato tratto, racconta la vita di Patrick Bateman, un giovane bello e ricco che vive a Manhattan e lavora a Wall Street. Siamo nella New York degli anni Novanta, tra locali alla moda, vestiti firmati, cocaina, alcol, ristoranti e sesso. Ma anche, e sopratutto, violenza. Patrick Bateman, infatti, è un efferato serial killer, un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato.
American Psycho è una preziosa metafora che cattura perfettamente lo spirito di un decennio, di un luogo e di un’intera generazione. Lettura fondamentale direi.
P.s. L’ho dovuto leggere a piccole dosi per via delle scene violente e cruente che descrive, ma nonostante questo l’ho divorato in pochi giorni!
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#13 Sottomissione (Michel Houellebecq, Bompiani)
Michel Houellebecq immagina che nella Francia di un futuro prossimo, le elezioni siano vinte da un partito chiamato “Fratellanza musulmana” e che, nel pieno rispetto di tutte le regole democratiche, gli islamici assumano il graduale controllo del Paese.
La classe intellettuale viene completamente messa a tacere, estromessa o costretta alla conversione all’islam per poter continuare a esercitare il proprio lavoro; le donne vengono epurate in blocco dalla vita pubblica e relegate al ruolo di mogli e madri.
Un libro controverso, scritto in modo talmente semplice da risultare credibile, quanto basta da farci porre molte domande sul futuro della civiltà occidentale, sul ruolo dell’identità, sul confronto tra culture e religioni e sulla loro possibile convivenza. E nonostante ciò l’ho trovato estremamente noioso, fastidioso, prolisso, misogino, superficiale e poco omogeneo nelle sue diverse parti. Una lettura da cui mi aspettavo di più.
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#14 L’educazione (Tara Westover, Feltrinelli)
Questo libro mi è stato consigliato da diverse persone su Instagram dopo la visione della serie Netflix “Unorthodox” per le tematiche affini, in particolare la condizione della donna in situazioni di estremismo religioso (ebrei chassidici nella serie, una comunità mormona nel libro).
Qui Tara, la giovane protagonista nata e cresciuta in una famiglia mormona estremista, scopre che al di fuori della sua realtà esiste un mondo che le era sempre stato precluso.⠀
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Solo grazie all’educazione e all’istruzione, conquistate come un vero atto rivoluzionario, potrà vivere la sua vita da donna libera ed essere pienamente se stessa.
Emozionante, doloroso, coinvolgente, lascia il segno. Un libro che ho amato molto e che consiglio vivamente a tutti e tutte!
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☞ Cosa ho letto a Maggio
Come forse potrete notare, a differenza degli altri mesi, a maggio ho letto un solo libro.
In realtà, “L’educazione” di Tara Westover l’ho letto a cavallo tra aprile e maggio e, insieme con “Lucky“, sono stati due libri talmente densi e dolorosi che ho dovuto leggerli più lentamente del solito.
Come è sempre più evidente, quest’anno di letture è sempre più all’insegna di libri scritti da donne, e di questo non potrei essere più felice.
C’è una costante in tutte le scelte che sto facendo, a volte voluta a volte no: sono tutte storie di liberazione, di forza, di coraggio e di empowerment al femminile.
#15 Lucky (Alice Sebold, e/o)
Avevo questo libro in wishlist da tempo e, sulla scia della Westover, volevo continuare a immergermi in qualche storia potente scritta da una donna.
Lucky è stato il libro di questo mese, letto a piccole dosi perché è crudo, violento e doloroso.
Alice Sebold racconta senza filtri di quando è stata stuprata a 18 anni. Il libro è una ricostruzione dettagliata dei fatti che hanno portato alla denuncia e al processo contro lo stupratore.
Ma, sopratutto, l’autrice ci racconta tutti i modi piccoli e grandi in cui la sua vita è cambiata per sempre dopo quel giorno: il rapporto con la famiglia, con i suoi amici, con i ragazzi, con gli sconosciuti.
Un viaggio dentro il trauma e nel disturbo post-traumatico che ne deriva. Da leggere con convinzione e stomaco di ferro.
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☞ Cosa ho letto a Giugno
Giugno è stato un mese abbastanza produttivo dal punto di vista delle letture, nonostante qualche libro preso e lasciato.
Sono stata un po’ rallentata da “Ex ortodossa”, che ho trovato davvero faticoso e poco scorrevole.
Mi sono ripresa poi con “Febbre”, arrivato sesto al Premio Strega 2020, che ho letto con interesse in pochi giorni.
#16 Ex ortodossa (Deborah Feldman, Abendstern)
Dopo aver amato moltissimo la serie Netflix “Unorthodox” tratta da questo libro, ero in febbricitante attesa della sua traduzione in italiano.
Ho iniziato la lettura con le migliori intenzioni, desiderosa di approfondire ulteriormente la conoscenza della comunità di ebrei chassidici di Brooklyn, ma non sono riuscita a finirlo.
Non so se il problema sia legato alla versione originale o alla traduzione, ma purtroppo il libro risulta davvero troppo lento e infarcito di termini ebraici che irrompono di continuo nelle frasi e rallentano ulteriormente la lettura.
Peccato, perché da una storia del genere poteva nascere un libro molto interessante (penso ad esempio a L’educazione di Tara Westover letto due mesi fa), ma in questo caso la serie si è rivelata molto più bella e più adatta a raccontare, con l’aiuto delle immagini, una realtà così complessa e poco conosciuta.
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#17 Febbre (Jonathan Bazzi, Fandango Libri)
“Febbre” è la storia autobiografica di Jonathan, 31 anni, nato a Rozzano, che insegna yoga e vive a Milano con il suo fidanzato. Un giorno gli viene la febbre, una febbretta bassa, ma dura settimane e non va più via, diventando ben presto il sintomo allarmante di qualcos’altro.
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È così che l’autore scopre di essere sieropositivo: una notizia che in prima battuta lo spiazza, generando un disturbo dell’ansia che risucchia tutta la sua vita, il suo lavoro, i suoi affetti per diversi mesi.
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Jonathan però trova la forza di accettare la sua malattia e inizia a scriverne: è così che nasce “Febbre”, un diario che si snoda lungo due piani narrativi a capitoli alternati – l’infanzia e la scoperta della malattia – che si ricongiungono sul finale.
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E lo fanno con un messaggio volto a normalizzare la condizione di sieropositività: una malattia ancora legata a un immaginario negativo degli anni Ottanta/Novanta e associata a un forte giudizio morale, un enorme tabù che riguarda sesso, omosessualità e droga.
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A me “Febbre” è piaciuto perché fa tornare a parlare di un tema importante, lo rende attuale, riporta l’HIV nel dibattito pubblico e chiama in causa proprio la generazione dei trentenni di oggi.
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☞ Cosa ho letto a Luglio
Decisamente produttivo il mese di luglio dal punto di vista dei libri letti: questo mese porto a casa 4 titoli, recuperando un po’ il calo dei mesi scorsi.
Anche stavolta abbiamo 4 libri scritti da donne, ognuna con una storia diversa e bellissima da raccontare.
Sono molto felice di come sta andando il mio 2020 di letture e, mentre scrivo queste righe, penso già ai libri da portare in vacanza ad agosto.
#18 Il coraggio della felicità (Loredana Scaiano, Ultra)
Loredana è un’insegnate, ha due figli, un matrimonio appena finito: è proprio così che, alla soglia dei 50 anni, decide di partire per un viaggio in solitaria intorno al mondo. Un’impresa considerata quasi folle, pericolosa dai più, avventata e forse persino “sbagliata” per una donna sola.
Eppure Loredana non ha paura di mettersi in gioco e tuffarsi a capofitto in questa avventura: per mesi organizza scrupolosamente il suo viaggio e finalmente a fine febbraio 2017 parte.
Ma questa impresa ha anche un obiettivo ambizioso: ripercorrere fedelmente le tappe di Ida Pfeiffer, una donna viennese della prima metà dell’Ottocento che sfidò tutte le norme del suo tempo per compire un’avventura analoga, conquistandosi il primato di essere stata la prima donna della storia ad aver fatto il giro del mondo da sola.
Questo diario di viaggio racconta di due donne coraggiose e intraprendenti che non hanno avuto paura di rischiare tutto e seguire i propri sogni e ritrovare se stesse.
Una bella lettura per viaggiare a occhi aperti e fare il pieno di autostima all’insegna del #GirlPower!
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#19 Gli anni al contrario (Nadia Terranova, Einaudi)
“Gli anni al contrario” è un libricino di nemmeno 150 pagine che riesce in un compito difficilissimo: crea il ritratto di una generazione intera e di un’epoca storica, con tutti i suoi sogni e le sue illusioni.
Siamo nella Messina degli anni Settanta, al centro della vicenda c’è una coppia di giovani, Aurora e Giovanni. Accomunati da un forte impegno politico che sfocia nella militanza di sinistra, si innamorano, si sposano e mettono al mondo una bambina, Mara.
Ben presto però si accorgono che la vita da adulti non è come se l’erano immaginata: nella coppia subentrano responsabilità, lavoro, le interferenze delle rispettive famiglie, i problemi di soldi.
Giovanni si ritroverà ad accumulare una lunga serie di scelte sbagliate, mentre Aurora dovrà farsi carico di se stessa e della figlia, cercando di tenere in piede un delicato sistema di relazioni e apparenze.
Le vicende personali e autobiografiche dell’autrice si intrecciano con la politica, la storia e la società degli anni Settanta/Ottanta e il risultato è questa piccola perla scritta con maestria.
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#20 La rivoluzione dei gelsomini (Takoua Ben Mohamed, Becco Giallo)
“La rivoluzione dei gelsomini” è la storia a fumetti di Takoua, nata e vissuta per i primi anni della sua vita nel sud della Tunisia, in una piccola oasi nel deserto.
Sono gli anni della dittatura di Ben Ali e agli oppositori politici non è concesso esprimere il proprio disaccordo: per questo il padre di Takoua sarà costretto a fuggire e a cercare asilo politico in Italia, abbandonando la sua numerosa famiglia.
Per lo stesso motivo, all’età di otto anni, Takoua lascerà il suo paese per trasferirsi a Roma e raggiungere il padre, che finalmente potrà ricongiungersi con i suoi cari. Ma a che prezzo?
Solo dopo la Rivolta dei Gelsomini e la fine della dittatura, Takoua e la sua famiglia potranno tornare in Tunisia, dove l’autrice inizierà un viaggio a ritroso alla scoperta delle sue origini e della storia del suo paese.
Un libro che affronta temi di spessore in modo semplice e ironico con l’aiuto delle illustrazioni, avvicinando i lettori alla storia contemporanea dei paesi arabi e ad altri temi attualissimi come la scelta di portare il velo e l’integrazione.
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#21 Amabili resti (Alice Sebold, e/o)
Dopo aver letto “Lucky” a maggio, sentivo il bisogno di proseguire con la lettura di altri libri della stessa autrice.
“Amabili resti”, già caso editoriale quando uscì nel 2002, è stato poi reso ancora più famoso dall’omonimo film diretto da Peter Jackson.
Nonostante avessi visto il film, ho comunque voluto intraprendere questa lettura nella speranza di ritrovare quelle emozioni forti e dolorose vissute tra le pagine di “Lucky”.
Così è stato: leggere la storia dello stupro e dell’omicidio di una ragazzina di quattordici anni, il cui cadavere viene fatto a pezzi e gettato in una discarica, è sufficiente a scuotere chiunque.
Ma “Amabili resti” è sopratutto la storia di chi resta, di quella famiglia lasciata a convivere con il vuoto della perdita e di un caso a lungo irrisolto.
Tornano molti tratti autobiografici dello stupro subito a 18 anni dalla stessa autrice, che qui indaga in forma di romanzo non solo il dolore della vittima, ma anche le reazioni della sorella quasi coetanea e del fratellino di tre anni, l’evoluzione del rapporto tra i genitori, il comportamento di amici e conoscenti.
Insomma, un libro forte e doloroso, scritto una semplicità spiazzante e potentissima.
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☞ Cosa ho letto ad Agosto
Agosto, finalmente vacanze e un mese intero per dedicarmi alla lettura quasi a tempo pieno… Le gioie dell’estate!
Ecco tutti i titoli che mi hanno accompagnata nel corso di questo mese in cui ho letto in spiaggia, in sdraio, in nave, in camera, in cucina, in giardino, in bagno e in qualsiasi altro posto e posizione possa venirvi in mente.
#22 L’incendiario (Jan Carson, Giulio Perrone Editore)
Se dovessi scegliere due parole chiave per questo libro, direi storia e magia. Un romanzo distopico firmato dalla penna di questa giovane autrice irlandese per una lettura davvero diversa dal solito.
Ambientato a Belfast, in Irlanda, “L’incendiario” mescola pagine della storia contemporanea del paese – il terrorismo, i fuochi alti, i continui scontri tra cattolici e protestanti, unionisti e separatisti – con elementi magici e creature straordinarie come sirene, bambini con le ali e altre capacità originalissime.
Al centro della vicenda due padri molto diversi tra loro, alle prese con il difficile ruolo della genitorialità e con scelte estreme che riguardano i loro stessi figli… La suspense tiene incollati alle pagine fino alla fine.
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#23 Mal di casa (Catrina Davies, Blu Atlantide)
Se ci fosse un premio per il mio libro dell’estate, “Mal di casa” si conquisterebbe il podio.
Questo libro è un memoir dell’autrice britannica che, all’età di trentuno anni, decide letteralmente di fuoriuscire dalla società per abbracciare una vita radicalmente diversa, decisamente più autentica e minimalista.
Catrina vive Bristol in uno stanzino ricavato abusivamente da una casa che condivide con altre cinque persone, fa lavori che odia solo per poter pagare un affitto folle e non ha più tempo né energie per dedicarsi alle sue vere passioni e al suo progetto personale, che è quello di scrivere un libro e vivere della sua musica.
Un bel giorno decide di rischiare il tutto per tutto, lascia la casa di Bristol e va a vivere in un vecchio capanno in Cornovaglia: quattro vecchie pareti di legno marcio con una lamiera ondulata come tetto.
Una storia di profonda liberazione, riscoperta di sé e del rapporto con la natura, oltre che un rifiuto totale del capitalismo, del materialismo e del concetto stesso di casa. Ispirante ed emozionate.
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#24 Bastava Chiedere (Emma, Editori Laterza)
Anche questo mese non poteva mancare una graphic novel nella mia selezione di letture.
Famossimo sia in Italia che all’estero, questo fumetto dell’autrice francese Emma rappresenta 10 situazioni abbastanza normali nella vita di ogni donna, mettendo in luce il problema del patriarcato nelle sue sfumature più subdole e introiettate (e quindi ritenute “normali”).
In modo comprensibile e divertente, Emma indaga nella quotidianità delle donne francesi (in cui possiamo ritrovarci pienamente anche noi italiane) per scoprire in che modo la disparità di genere si ripercuote nella vita di tutti i giorni, dalle faccende domestiche alla gestione dei figli, passando per maternità, sessualità e lavoro.
Illuminante, intelligente, brillante, indispensabile: da leggere e regalare a tutti gli uomini e le donne che conosciamo per prendere coscienza e porre fine a ogni forma di discriminazione.
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#25 Eleanor Oliphant sta benissimo (Gail Honeyman, Garzanti)
Libro in lettura per il book club che ho organizzato ad agosto sul mio profilo Instagram (#FreaksBookClub).
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Leggi anche: ELEANOR OLIPHANT STA BENISSIMO – FREAKS BOOK CLUB #1
#26 Transiti (Rachel Cusk, Einaudi)
Dopo la fine del suo matrimonio, la scrittrice si trasferisce a Londra decide di acquistare un appartamento totalmente da ristrutturare.
Mentre è impegnata a combattere con la polvere della demolizione e con i nuovi vicini che sembrano odiarla a prima vista, i due figli devono trattenersi a casa del padre, almeno per il tempo dei lavori.
In questo periodo di grandi transizioni e cambiamenti, la vita continua a scorrere, e la scrittrice incontra numerose persone e ascolta le loro storie: agenti immobiliari, vecchi fidanzati, parrucchieri, muratori stranieri affollano le pagine di questo libro. Ognuno di loro custodisce episodi di vita inaspettati e verità da svelare e condividere.
Una lettura piacevole, con delle perle disseminate qua e là e delle piccole-grandi verità universali raccontate dalle persone più disparate e inaspettate.
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#27 Andromeda (Gianluca Morozzi, Giulio Persone Editore)
Gianluca Morozzi è sicuramente una rivelazione del mio 2020: in realtà è uno scrittore molto prolifico e attivo da inizio 2000, conosciuto per il suo stile pulp, efferato e decisamente folle.
Ho letto “Andromeda” in anteprima assoluta, mentre la sua uscita è prevista per metà novembre per Giulio Persone Editore. Ho divorato questo libro in pochi giorni e ho già recuperato altri titoli di Morozzi perché la sua scrittura è una droga!
In una Bologna bene degli anni Novanta si consuma un delitto efferato: un uomo, chiamato Borg, lega a una croce e tortura per giorni un certo Dimitri, senza svelargli il motivo di questa violenza. L’unico modo che ha Dimitri per salvarsi è riconoscere il suo carnefice e pronunciarne il nome ad alta voce.
Una favola oscura e violenta, atmosfere squisitamente pulp che ricordano quella letteratura di fine anni Novanta/inizio anni Duemila che ha rappresentato un vero e proprio movimento d’appartenenza per tanti giovani autori esordienti (Niccolò Ammaniti, Aldo Nove, Daniele Luttazzi…).
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☞ Cosa ho letto a Settembre
Settembre per me è un mese strano, sempre poco produttivo dal punto di vista lavorativo e inevitabilmente questo immobilismo si riflette anche sul mio stato d’animo.
Dopo la lettura immersiva e non-stop di agosto, a settembre ho avuto un blocco totale, forse per i libri sbagliati, forse per la mia mancanza di concentrazione.
Ad ogni modo ho iniziato un paio di libri e non ne ho finito nessuno, ma visto che di uno ho letto più della metà – e per non lasciare il mese completamente in bianco – ho deciso di inserirlo comunque nella mia lista.
#28 Il racconto dell’ancella (Margaret Atwood, Ponte alle Grazie)
La storia di questo libro, ormai consacrata a livello mondiale anche dall’adattamento a serie tv, è una distopia ambientata in un futuro prossimo.
In un mondo in cui non nascono più bambini e l’inquinamento ha reso sterili uomini e donne, solo poche di esse hanno ancora il dono della fertilità. Queste donne vengono quindi prelevate, educate con metodi militareschi e trasformate in madri surrogate devote alla causa della riproduzione, con metodi disumanizzanti e permeati di fanatismo religioso (l’alternativa a questa vita è anche peggio).
Una storia che aveva tutte le premesse per esplodere come una bomba e tenere i lettori e le lettrici incollati alle 400 pagine del volume, si rivela in realtà molto debole dal punto di vista della struttura e dell’azione.
Un libro lento, lentissimo, in cui succede poco o nulla e, una volta enunciate le premesse e il contesto, semplicemente si arena e implode su se stesso. Ci ho messo un mese intero a leggere 200 pagine e alla fine mi sono arresa: io non ero nel mio periodo migliore, ma anche il libro non mi ha aiutata!
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☞ Cosa ho letto a Ottobre
Dopo un mese molto scarno dal punto di vista dei libri letti, avevo davvero voglia di immergermi in qualche novità coinvolgente e appassionante.
Fortunatamente sono riuscita a trovare dei libri interessanti che mi hanno aiutata a superare questo blocco di lettura e tornare in carreggiata.
Si tratta per la maggior parte di libri di esordio di autori e autrici giovani e promettenti che ho apprezzato molto, e non vedo l’ora di scoprire le loro prossime prove letterarie.
#29 Ogni cosa è bellissima e io non ho paura (Yao Xiao, Edizioni di Atlantide)
Cosa succede quando la mia casa editrice preferita (Edizioni di Atlantide) decide di iniziare a pubblicare anche graphic novel? Succede l’unica cosa possibile, ovvero che sfornano un gioiello di rara bellezza.
“Ogni cosa è bellissima e io non ho paura” di Yao Xiao è proprio questo, un fumetto bellissimo, toccante e delicato che racconta la complessità della contemporaneità in modo semplice e toccante.
Yao Xiao è una giovane artista cinese trapiantata a New York e racconta di cosa significa per le essere queer e immigrante: da una parte non può essere pienamente se stessa nella sua cultura di appartenenza (la cultura tradizionale cinese non accetta la sua bisessualità), dall’altra non è appartiene del tutto neppure alla grande metropoli americana.
Questo libro allora è l’occasione per compiere un bellissimo viaggio alla scoperta di sé al di là dei confini geografici e di genere.
#30 Ho provato a morire e non ci sono riuscito (Alessandro Valenti, Blu Atlantide)
Alessandro ha 14 anni, vive a Verona e proviene da una famiglia borghese e benestante. Anche Emma ha 14 anni, vive a Ciampino ed è cresciuta in una famiglia disfunzionale alla periferia di Roma.
I due iniziano a scriversi su WhatsApp e ben presto si fidanzano: per diversi mesi Alessandro prende un treno ogni weekend che lo porta da Verona a Roma, diventa parte della famiglia di Emma, scopre la vita – e la malavita – dei quartieri popolari, resta affascinato da questa dimensione più feroce e proprio per questo più autentica.
Ma la loro storia non è destinata a durare a lungo, Emma si stanca di Alessandro come di un giocattolo che ha perso il suo effetto-novità e lo trascina in un mondo di bugie e storie inventate. Lui non può sopportarlo e si lascia andare a uno stato di depressione mista a schizofrenia, si inventa una nuova identità, lascia la sua famiglia, Emma diventa un’ossessione e la sua vita precipita in un vortice buio che lo porta a rischiare la vita più volte, al colmo della disperazione.
Un libro d’esordio potentissimo scritto da una ragazzo ancora minorenne, uno spaccato attualissimo e senza filtri di cosa vuol dire avere quattordici anni oggi, di come i social e gli smartphone determinano le relazioni sociali, ma anche un ritratto senza filtri dei contrasti tra nord e sud, tra centro e periferia, tra una certa cultura borghese e una vita “più pasoliniana”.
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#31 Cuore allegro (Viola Lo Moro, Giulio Perrone Editore)
Non sono una grande lettrice di poesia, lo ammetto: in un certo senso credo che richieda molto più impegno della narrativa e che possa essere veramente compresa solo con il giusto approccio e stato d’animo.
Ecco perché per leggere questo librino ho aspettato che fosse lui a chiamare me, al momento giusto. E infatti è stata un’esperienza immersiva che mi ha regalato un bellissimo momento e mi ha dato molto dal punto di vista emotivo quando ne avevo più bisogno.
La raccolta poetica è divisa in 4 stanze come il cuore anatomico e affronta i temi dell’amore e dell’erotismo lesbico, la ricerca dell’identità , il rapporto con i genitori.
Poesie brevi e contemporanee, un linguaggio assolutamente comprensibile e un uso della lingua piacevole e godibile, anche grazie all’uso molto “pop” della lingua e delle figure retoriche.
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#32 Cagna (Louise Chennevière, Giulio Perrone Editore)
Parlare di questo libro in modo unitario è quasi impossibile: ciò che trovate al suo interno è la realtà complessa di cosa significa essere donna oggi, tra passato e futuro.
Tantissimi racconti brevi o brevissimi – alcuni di 1 o 2 pagine, altri più lunghi di 5-6 – in cui le donne finalmente prendono parola e confessano i loro segreti più indicibili: le violenze subite, il piacere sessuale, la malattia mentale, la maternità, e poi gli aborti, la vergogna, la depressione, il rapporto con il proprio corpo, gli abusi e la prostituzione.
C’è tanto, tantissimo in questo libro, un contenuto così denso che ti travolge e non può che schiacciarti e costringerti a fare i conti col tuo vissuto, anche con le verità più scomode che risiedono sepolte da qualche parte dentro di te, in quanto donna.
È un libro doloroso, che scava nell’intimità e non lascia indifferenti. Bello, necessario. Senza dimenticare che è stato scritto da una giovanissima autrice esordiente di 26 anni. Chapeau.
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#33 Cento poesie d’amore a Ladyhawke (Michele Mari, Einaudi)
Non credo che questo libro abbia bisogno di grandi presentazioni: un caso letterario che ha riscosso successo di critica e di pubblico.
Le poesie di Michele Mari fanno il verso alla poesia classica, ma al tempo stesso mostrano di conoscerne perfettamente metrica, tematiche e meccanismi.
Il risultato è una poesia godibile, che può essere letta e apprezzata da chiunque: ora romantica, ora dissacrante, ora profonda, ora ironica. Si ride e si piange, ed è proprio il caso di dire che è un libro da leggere e rileggere nel tempo.
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#34 Cattiva (Rossella Milone, Einaudi)
Questo romanzo di Rossella Milone racconta un’altra faccia della maternità: una faccia crudele, esasperata, fatta anche di insuccessi e fallimenti.
Come si diventa genitori? Quando si impara realmente ad occuparsi di un neonato? Una giovane coppia alle prese con il primo figlio, lo stravolgimento dell’intimità, del rapporto sonno/veglia, ai limiti di un esaurimento nervoso.
Un libro crudo e “cattivo”, perché infrange il tabù della maternità perfetta come ce l’hanno sempre raccontata. Stupendo.
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☞ Cosa ho letto a Novembre
Anche a Novembre le mie letture procedono spedite e abbondanti. Mi avvicino alla fine di questo anno più soddisfatta che mai dei libri letti, anche se le novità continuano a stupirmi.
Anche questo mese c’è un titolo di un’autrice irlandese tra quelli letti, e con questo devo dire che l’Irlanda quest’anno mi ha riservato davvero grandi gioie, è sicuramente un panorama letterario da tenere d’occhio!
#35 Tempi eccitanti (Naoise Dolan, Blu Atlantide)
Aaaahhhh! Che gioia questo libro, che gioia. Il panorama letterario irlandese si fa sempre più interessante in questo 2020 e anche Naoise Dolan si aggiunge alle autrici da non perdere insieme a Rooney e Carson.
Ava ha 22 anni, è irlandese, ma va a vivere a Hong Kong dove insegna inglese ai figli di famiglie benestanti in una scuola privata.
Conosce Julian, un banchiere inglese di 28 anni e va a vivere con lui pur senza avere una relazione ufficiale; ma dopo qualche mese incontra Edith, originaria del posto, avvocata in erba e sua coetanea, e si innamora follemente di lei.
Ava dovrà imparare a conoscere prima di tutto se stessa e i modi in cui cambia in relazione alla persona che ha di fronte: un viaggio nella mente di una ragazza come tante alle prese con la scoperta di se stessa e della propria sessualità.
Scritto da dio, anche grazie alla bellissima traduzione di Claudia Durastanti.
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#36 L’albero che è in te (Annie Davidson, Edizioni Sonda)
Quanto possiamo imparare dagli alberi? È quello che si chiede Annie Davidson, una giovane illustratrice australiana appassionata di botanica.
Il libro raccoglie oltre 60 illustrazioni di alberi diversi, e di ognuno vengono riportate le caratteristiche principali in chiave motivazionale.
Un libro sugli alberi sì, ma anche un piccolo manuale di self-help per riscoprire il valore delle piccole cose.
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#37 Il mio anno di riposo e oblio (Ottessa Moshfeg, Feltrinelli)
Libro in lettura per l’appuntamento con il Freaks Book Club di novembre.
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Leggi anche: IL MIO ANNO DI RIPOSO E OBLIO – FREAKS BOOK CLUB #2
☞ Cosa ho letto a Dicembre
L’anno si sta per concludere ed è tempo di un veloce bilancio: all’inizio di questo post mi ero prefissata l’obiettivo di leggere una quarantina di libri quest’anno e sono felice di constatare che la quota è stata raggiunta.
Ho letto talmente tanti bei libri in questo 2020 che scegliere i miei preferiti è stato difficile e di questo non potrei esserne più felice.
Arrivo al mese di dicembre con grandi programmi di lettura per le vacanze di Natale. Portare avanti questa lista mi è stato di grande aiuto e di grande stimolo, per cui sicuramente ripeterò il format anche per il 2021!
E ora veniamo ai libri letti questo mese…
#38 Gusci (Livia Franchini, Mondadori)
Questo libro mi era stato consigliato come palliativo per l’astinenza da Sally Rooney: lo so, ormai è una malattia, e forse non è neanche giusto andare a ricercare questa autrice nei libri altrui (e viceversa).
Livia Franchini, classe 1987, si inserisce in quel filone di narrativa che esplora le relazioni e le vite dei millennial nella normalità di ogni giorno.
Ruth e Neil hanno una relazione da dieci anni, ma a un certo punto si lasciano: allora Ruth dovrà ripensare a tutta la sua vita da sola, riorganizzare i propri spazi, riprogrammare il tempo libero, le amicizie, la routine.
Un libro molto interessante stando alle premesse, ma noiosissimo nello svolgimento: quello che resta è un bellissimo esercizio di stile (mi è piaciuto molto l’aspetto composito e sperimentale della scrittura), ma manca un vero e proprio contenuto che renda la storia empatia e memorabile.
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#39 Ora che sono Nato (Maurizio Fiorino, e/o)
Dopo due libri di fila che non mi sono particolarmente piaciuti, avevo proprio bisogno di una bella lettura: l’ho trovata in questo titolo di Maurizio Fiorino, letto tutto d’un fiato.
La storia è quella di Fortunato Goldino detto Nato, giovane protagonista che seguiamo dalla nascita alla fine delle scuole superiori. Lungo le 180 pagine del romanzo ci affezioniamo, ridiamo e piangiamo con lui per tutte le sue tenere scoperte e disavventure.
Nato è un ragazzino dotato di una spiccata sensibilità, fin da piccolo si scopre “diverso” nella sua sessualità e dovrà fare i conti con la scoperta di se stesso e della propria identità in una realtà culturale come quella della Calabria degli anni Ottanta/Novanta.
“Ora che sono nato” è un libro tenero, delicato, sensibile, profondo ma anche leggero e ironico che affronta il tema della scoperta di sé e del rapporto con la ma propria famiglia d’origine: una riflessione necessaria sul modo in cui i nostri genitori ci influenzano, ci plasmano e definiscono il nostro modo di stare al mondo. Da leggere!
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#40 Nella tana (Gabrielle Filteau-Chiba, Lindau)
Sulla scia di “Mal di casa”, eletto a mio libro preferito del 2020, ultimamente sto cercando libri con tematiche simili: donne che lasciano la loro vita di città per cercare un senso più autentico e profondo nel contatto con la natura.
Anouk è una giovane donna che, non sopportando più i meccanismi che regolano il mondo di oggi, lascia il suo confortevole appartamento di Montréal per rifugiarsi in una piccola capanna immersa nei boschi, nei pressi del fiume Kamouraska.
Il libro è il diario con un estratto di dieci giorni trascorsi nella capanna, tra la costante minaccia del freddo all’interno e dei coyote e altri animali selvatici all’esterno.
“Nella tana” è un affascinante viaggio nelle profondità della natura e di sé stessi. Una ricerca di senso lontano dalla civiltà. Un ritorno alle origini per riscoprire il nucleo profondo dell’essere umano.
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#41 I ragazzi della Nickel (Colson Whitehead, Mondadori)
Chiudere l’anno “col botto”: fatto. Grazie a questo libro straordinario, doloroso, potente e necessario.
Sono i primi anni Sessanta, ci troviamo in Florida, nel profondo sud degli States. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King.
Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un’auto rubata. Pur non c’entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi.
Ben presto scopriamo però che l’ingresso di Elwood nella Nickel Academy segna l’inizio di un vero e proprio viaggio all’inferno, fatto di segregazione, razzismo, violenza e abusi di ogni tipo.
Pur essendo una storia di fantasia, la vicenda si basa sulla vicenda vera della Dozier School for Boys, rimasta in attività fino al 2011. Un fatto di cronaca sconvolgente l’ha portata al centro dell’attenzione negli ultimi anni e invito chiunque ad andare ad approfondire la questione.
Questo libro è necessario per gettare luce su fatti gravissimi accaduti con la connivenza dello Stato della Florida, ma anche per ricordarci sempre il confine tra bene e male. Dolorosissimo e sconvolgente, ma fortemente consigliato!