Hammamet è un film di genere biografico, drammatico del 2020, diretto da Gianni Amelio, con Pierfrancesco Favino e Livia Rossi. Esce al cinema il 09 gennaio 2020 e ha una durata 126 minuti.
Storia dell’agonia di un uomo
Hammamet è la storia della caduta e dell’agonia di un uomo, il più potente degli anni Ottanta, il più discusso degli anni Novanta e l’innominabile degli anni Duemila.
Ma anche l’agonia di un intero sistema politico, l’agonia di tutto quello che era stato Potere in Italia fino al 1993, spazzati via da “una rivoluzione falsa come lo sono i suoi eroi” dice Craxi nel film.
Gianni Amelio racconta la caduta, però, non di un dio ma di uomo, gli ultimi sei mesi di un politico esiliato che rimane fino all’ultimo lucidissimo, che si sofferma sulla differenza tra popolo e gente, che combatte il degrado fisico e che decide di morire in esilio.
Hammamet è il ritratto di un uomo complesso attraverso i suoi anni più difficili, anche se non mancano i riferimenti ai suoi più grandi successi: Sigonella, la Presidenza del Consiglio, l’elezione a segretario del Psi per la sesta volta.
Pierfrancesco Favino nel film non interpreta Craxi ma si trasforma a tutti gli effetti in Craxi al punto tale che a un certo punto durante il film ti chiedi dove sia l’attore perché vedi solo il leader socialista: Craxi nella sua malinconia, nella sua intelligenza, nei suoi scatti di rabbia, nel suo lento degrado fisico.
Hammamet tra biografia, politica e analisi sociale
Il finale felliniano del film Hammamet ricuce Craxi e il suo dramma umano con la sua eredità lasciata al nostro Paese, un’eredità con la quale, forse, non siamo ancora pronti a fare i conti.
Hammamet ha il coraggio di affrontare la storia del leader più discusso del Novecento e allo stesso tempo il cui nome è, ancora oggi, rinchiuso in un silenzio assordante.
Gianni Amelio fa tutto questo attraverso la storia umana del re decaduto e attraverso la lotta della figlia, Anita, novella Elettra che combatte insieme al fratello Bobo per riabilitare il padre.
Un film intimista e umano che restituisce all’Italia uno dei pezzi più importanti della sua Storia, speriamo di farne buon uso.