Quando a luglio ho acquistato su Amazon “Eleanor Oliphant sta benissimo” a meno di 5€ e ho condiviso la notizia sulle mie stories, è successo qualcosa di inaspettato: in tante avete iniziato a comprarlo e alcune di voi mi hanno chiesto di fare una lettura condivisa.
È così che, in modo partecipato e spontaneo, è nato il primo appuntamento del Freaks Book Club, un book club virtuale che ci ha accompagnate durante tutto il mese di agosto.
A conclusione della lettura, è seguita una diretta in cui ci siamo potute confrontare sui temi trattati dal libro, scambiarci impressioni, condividere le nostre riflessioni e arricchire il dibattito con altri consigli di lettura.
Per chi se la fosse persa, qui sotto vi racconto come è andata!
ATTENZIONE, QUESTO POST CONTIENE SPOILER
Eleanor Oliphant sta benissimo: quattro chiacchiere in diretta
“Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.”
È così che questo insolito personaggio si presenta a noi fin dalle prime pagine del romanzo: Eleanor ha quasi trent’anni, fa un lavoro da impiegata come contabile in un ufficio, ama fare le parole crociate, svolge una vita prettamente abitudinaria e, per sua stessa ammissione, non ha una vita sociale.
Nonostante la lettura molto semplice e scorrevole, il primo impatto con il libro è alquanto disorientante e la protagonista risulta sgradevole e priva di qualsiasi empatia nel rapporto con gli altri.
Non capita spesso di trovarsi alle prese con un personaggio così respingente, per cui subito nel lettore si innesca una sorta di curiosità per scoprire cosa mai le sia accaduto per renderla così cinica, schietta e tagliente nei giudizi.
Se nei primi cinque capitoli quella che emerge è una figura femminile insolita e apparentemente impenetrabile, ben presto nel libro iniziamo a raccogliere tracce e indizi di un passato misterioso e problematico che sembrerebbero spiegare, almeno in parte, i comportamenti della Eleanor di oggi.
Mano a mano, quella stranezza inizia a diventare familiare e si comincia a riconoscere Eleanor come un personaggio complesso, umano e per certi versi anche “indifeso” difronte al mondo. Viene da chiedersi: chi è veramente Eleanor Oliphant e cosa le è successo? Sta veramente così bene come dice?
I temi affrontati dal romanzo
I temi affrontati da questo romanzo sono tanti, forse un po’ troppi per un libro di questo tipo, e alla fine si ha l’impressione che alcuni di essi siano stati messi lì con troppa superficialità.
Oggettivamente, 350 pagine era troppo poche per trattare col dovuto spessore tutti i seguenti temi:
- solitudine
- dipendenza/alcolismo
- malattia mentale
- trauma infantile
- affido dei minori
- violenza sui minori
- violenza sulle donne
- disabilità
- stalking
- privacy sui social e identità online
- il ruolo del singolo individuo nella società
- (e forse qualcos’altro che ho dimenticato…)
La trama principale ruota sicuramente attorno al grande tema della solitudine, in particolare quella della generazione dei millennial, i trentenni di oggi per intenderci. A questo proposito trovate diversi libri su temi simili suggeriti a fine post.
Ma, accanto ad esso, io personalmente credo di averne individuato un altro di enorme portata: la disabilità. Nel personaggio di Eleanor, infatti, sono convinta di riconoscere tutti i tratti di un disturbo dello spettro autistico.
Mi ha rincuorato confrontarmi con voi su questo tema e sapere che non stata l’unica a notarlo e pensarlo: gli indizi sono davvero tantissimi. Eleanor manca completamente di empatia nelle relazioni interpersonali, ha una vita abitudinaria fatta di una routine ferrea e instancabile, è abile con i numeri e precisa nell’organizzazione, ha difficoltà a cogliere l’ironia e il linguaggio non verbale e così via.
Sempre più, mentre andavo avanti con la storia, avevo l’impressione di leggere un romanzo scritto dal punto di vista di una persona con un disturbo dello spettro autistico ed è lì che ha iniziato a piacermi molto, non avevo mai letto nulla di simile.
Che io sappia, la questione non è stata smentita né confermata dall’autrice, ma le caratteristiche e i comportamenti del personaggio sembrano non lasciare molti dubbi.
A fare da pendant al tema della disabilità, poi, c’è quello della malattia mentale: sul finale, infatti, scopriamo che Eleanor è schizofrenica e che inizierà ad affrontare il suo trauma solo andando in terapia e prendendo degli psicofarmaci.
Come dicevo prima, alcune sotto-trame sono risultate un po’ forzate ed eccessive, come ad esempio il tema della violenza e gli abusi subiti da Eleanor durante una sua relazione precedente. È una vicenda narrativamente inconsistente, che non aggiunge molto alla storia e viene trattata in modo superficiale e molto marginale (a che scopo?).
Si va un po’ di fretta anche nella conclusione, quando finalmente viene rivelato cosa è accaduto veramente ad Eleanor da piccola, perché ha quella cicatrice sul volto e perché ha trascorso tutta l’adolescenza con famiglie affidatarie.
In generale, abbiamo concordato sul fatto che è stata una lettura piacevole e scorrevole, perfetta per le vacanze estive. Alcuni aspetti ci sono piaciuti di più, altri meno, ma alla maggioranza di noi il libro è piaciuto.
Nel bene e nel male, “Eleanor Oliphant sta benissimo” tratta in modo leggero temi di grande spessore e, anche se non può essere una narrazione esaustiva o troppo approfondita, quantomeno ha il grande vantaggio di poter avvicinare e sensibilizzare tante persone (considerando che il libro ha venduto più di 3 milioni di copie in tutto il mondo).
Se ti è piaciuto “Eleanor Oliphant sta benissimo”…
Per concludere questo primo appuntamento con il Freaks Book Club, vi ho chiesto di raccogliere idee e spunti su altre letture, film o serie tv collegate in qualche modo ai temi affrontati dal nostro libro. Ecco tutto quello che ne è emerso!
Libri
- La seconda vita di Missy di Missy Carmichael di Beth Morrey
- Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin
- Qualcosa per cui vivere di Richard Roper
- Parlarne tra amici di Sally Rooney
Serie tv
- Atypical
- L’amore nello spettro
- It’s ok, that’s love
- Jane the Virgin
- Fleabag
Ciao Federica, ho appena letto questo libro, e sono d’accordissima con le tue opinioni! Sono finita qua infatti perché ho cercato su Google ‘Eleanor Oliphant è autistica’. Ho scoperto poi che l’autrice ha dichiarato che non lo è, che sia così solo grazie alle traume subite. Beh, secondo me era meglio non dire niente perché è piu bello quando il lettore può decidere per se quale significati sono importanti per la propria persona. Io per esempio sono audhd e ho cptsd, le due cose non sono mutuamente esclusivi, e mi sono trovata in EO come non mi era mai sucesso prima nella vita. Poi sono d’accordo che il libro è stato toppo ambizioso trattendo troppi argomeni seri, con una fine troppo accelerata e superficiale; una vera underwhelming hollywood ending, if you will. Tutto questo per dire, tu mi sembri molto intelligente, fica e simpatica, e boh sarebbe un piacere conoscerti di persona. Vivo a Trastevere, e se la prossima volta quando ti capita di venire nel mio quartiere, possiamo prendere un caffè insieme per esempio. Verrei molto volentieri a vedere una mostra in città anche. Spero almeno che ti abbia fatto sorridere, e scusa per gli eventuali errori, ma sono Australiana. Complementi per il tuo sito, ciao!