Conosci la differenza tra Allergie e Intolleranze Alimentari? La Nutrizionista ci spiega cosa sono, le cause e come riconoscerle per prevenirle e curarle.
Intolleranze alimentari: Sintomi
A quanti di voi è capitato almeno una volta nella vita di pensare: “Mi sto gonfiando, sarà forse colpa di qualcosa che mangio?”. Innanzi tutto sfatiamo subito un mito: se si è sovrappeso quasi mai la colpa è da attribuire a qualcosa che mangiamo in particolare.
Il problema è sempre “come” mangiamo, in ogni caso, difficilmente si sfugge. Mangiare qualcosa che per il nostro corpo non fa bene, semmai, può essere un fattore che può contribuire al sovrappeso, ma non ne è mai la causa.
Chiarito questo, passiamo subito a sfatare un altro mito: “mi gonfio e ho mal di pancia, sono stitico, oppure vado spesso in diarrea, le mie feci hanno una brutta consistenza, sarò allergico a qualcosa?”.
Nella stragrande maggioranza dei casi, sintomatologie di questa natura sono da attribuire a un’alimentazione squilibrata, con poche fibre (tra le altre cose) e poca acqua che comportano alterazioni della flora batterica intestinale e della peristalsi.
Altre volte, la causa (soprattutto in caso di diarrea e crampi addominali) è da attribuire a tossinfezioni del tratto gastrointestinale ma non ad allergie. Al massimo, condizioni di questo tipo possono predisporre a sviluppare alcune intolleranze. Andiamo con ordine.
La differenza tra Allergie e Intolleranze Alimentari
Esiste una differenza fondamentale tra allergie ed intolleranze alimentari, scopriamola insieme.
Le allergie alimentari coinvolgono il sistema immunitario, possono essere molto pericolose in alcuni casi e comportare uno shock anafilattico (sistemico, cioè coinvolge tutto l’organismo) con conseguente morte se non si interviene repentinamente.
Le intolleranze alimentari invece sono molto meno gravi, coinvolgono solo il sistema gastrontestinale (in genere l’intestino) e danno una sintomatologia molto aspecifica, dal gonfiore alla stipsi, al meteorismo al mal di testa ad astenia, e, soprattutto se si accumulano intolleranze, la sintomatologia tende ad essere molto blanda e mal percepita, quasi come un malessere in sordina.
Le intolleranze, al contrario delle allergie, sono del tutto passeggere, possono durare da alcuni mesi ad alcuni anni ma, se si segue una giusta terapia di privazione dell’alimento, in genere regrediscono e si può fare un’opportuno reintegro.
Nel corso della vita può capitare anche che si ripresentino o che se ne presentino altre del tutto nuove, il discorso della dieta di privazione dell’alimento incriminato però vale in ogni caso ed è sempre efficace. Le allergie alimentari, al contrario, durano tutta la vita e necessitano (ovviamente) di una terapia molto più rigida di prevenzione, non solo nutrizionale.
Come riconoscere allergie e intolleranze alimentari
Molta confusione esiste anche sui test diagnostici per le allergie e intolleranze alimentari: le allergie sono diagnosticabili attraverso i Prick Test ed i Patch Test, confermati ulteriormente da opportune analisi del sangue.
Le intolleranze invece non possono essere diagnosticate al 100%, ma esistono tutta una serie di test con un certo grado di attendibilità (dal 60% all’80%) spesso non riconosciuti dalla medicina convenzionale (che riconosce come intolleranze solo l’intolleranza il lattosio e la celiachia).
Le cause che portano allo sviluppo di un’intolleranza alimentare possono essere molteplici, dallo stress a un’alimentazione squilibrata, alla poca variabilità della dieta, al fumo, uso eccessivo di farmaci e consumo di alcool, infezioni intestinali virali o batteriche, infiammazioni della mucosa intestinale dovute a particolari patologie. Avere intolleranze significa avere un indebolimento dell’organismo, per questo spesso si manifestano con disturbi somatici aspecifici.
Il consiglio, nel caso di intolleranze sospette è quello di effettuare un test, magari in farmacia o da un medico o nutrizionista di fiducia, seguire un piano alimentare specifico e tenere sotto controllo la terapia per valutarne l’evoluzione fino al reintegro dell’alimento, decidendo eventualmente di approfondire l’indagine della problematica con le analisi del sangue, sempre su consiglio dello specialista di fiducia.
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Articolo a cura di Veronica Giachè
Dietista specializzata in Scienze della Nutrizione Umana
Contatti: veronica.giach@gmail.com