“Voglio imparare a stare a testa in giù” (o a fare la verticale, o sirsasana, che dir si voglia): ecco il mio unico vero proposito di questo 2020.
Un obiettivo pratico, concreto, raggiungibile e sopratutto misurabile sotto forma di piccoli, ma continui, progressi.
E così ho iniziato ad allenarmi, già da novembre dello scorso anno a dire il vero… Ma fino a inizio gennaio, della verticale neanche l’ombra!
Questo perché, come ho scoperto ben presto, fare l’invertita sulla testa (o sirsasana, come la chiamiamo a yoga) è una questione complessa, che ha a che fare con:
- l’equilibrio
- la fiducia (di buttarsi all’indietro)
- la flessibilità
- gli addominali
Come potete immaginare, ogni punto ha le sue criticità: ho abbastanza addominali e tono muscolare per tenere tutto il mio corpo dritto mentre sono a testa in giù? No, non ne avevo molti quando ho iniziato. Ora inizio a vedere i benefici di un allenamento costante.
Sono abbastanza flessibile da riuscire a stendere una gamba in verticale sopra la mia testa, mentre l’altra è ancora poggiata a terra? Il primo mese di allenamento è stato incentrato solo sul riuscire a fare questo movimento per raggiungere la flessibilità necessaria (inutile provare a fare la verticale se non riusciamo nemmeno ad alzare una gamba).
Equilibrio: dov’è? Come si trova? Non è ungiate per tutti. Va cercato, piano piano, spingendo il proprio corpo più in là di volta in volta, fino a trovare quel punto che fa sollevare l’altra gamba come per magia (se si sale con una gamba alla volta).
E infine, la fiducia. Una parola che può fare paura, soprattutto quando si tratta di fidarci di noi stessi e del nostro corpo. Perché a un certo punto dovremo pur “buttarci” e provare a vedere che succede (ma sempre senza darsi lo slancio). Col rischio di cadere, sia chiaro.
E se cado? Mi faccio una risata e mi rialzo, e ci riprovo da capo, tutto qua.
Questo è un po’ come è andata, per ben tre mesi e mezzo in cui ho fatto scorta di tanti piccoli consigli, mentre imparavo ad ascoltare il mio corpo e dargli fiducia, nell’attesa che quel movimento si compiesse da solo come per magia, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E poi è successo per davvero, al punto che quasi non me ne sono accorta: all’improvviso ero a testa in giù, ero salita da sola mantenendo l’equilibrio e non lo avevo perso nemmeno tirando su la seconda gamba, e così sono rimasta per pochi, preziosissimi, secondi.
Decidete che una cosa si può e si deve fare e troverete il modo.
Abraham Lincoln
In quel preciso momento, mi sono sentita incredibilmente felice e soddisfatta, perché finalmente tutti gli allenamenti e i progressi avevano un senso e il mio obiettivo si era concretizzato in modo inatteso, eppure così naturale.
E allora ho capito alcune cose:
- che nella vita, proprio come nello yoga, bisogna godersi il processo e apprezzare ogni singolo progresso
- che dobbiamo imparare a fidarci di più di noi stessi/e e del nostro corpo, che istintivamente sa sempre cosa fare, ma possiamo imparare ad aiutarlo con l’allenamento
- che lavorare su un obiettivo concreto e raggiungibile insegna ad apprezzare meglio le piccole cose dentro e fuori dalla pratica
- che concentrarsi interamente su quello che si fa in un preciso momento aiuta a raggiungere un livello di lucidità senza precedenti
Il bello dello yoga, poi, è che il momento della pratica è qualcosa che apparentemente avviene in una sala, ma in realtà è qualcosa che succede dentro di noi e ci accompagna anche al di fuori.
Ora che ho imparato tutte queste cose, la strada per perfezionare la mia invertita sulla testa è ancora lunga, ma da questa esperienza porto con me una grande lezione.
Piano piano, sto cambiando quello che è il rapporto con me stessa, sto imparando ad avere il controllo del mio corpo e della mia mente e sto acquisendo sempre più la fiducia nelle mie capacità (e se poi cado, non fa niente).
Con questo post non volevo invitarvi a mettervi necessariamente a testa in giù nel senso letterale delle parole, ma semplicemente a cambiare punto di vista su voi stessi/e e sulle vostre capacità.
E poi, perché no, a iscrivervi a un corso di yoga, che fa sempre bene.