Qualche giorno fa sono stata invitata a partecipare all’anteprima de “Il Cratere”, un’opera prima di rara intensità in uscita nelle sale oggi 12 aprile. Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia (sezione Settimana della Critica) e premiato al Festival di Tokyo con il Premio Speciale della Giuria, vincendo così il riconoscimento più alto mai conferito ad un film italiano nel principale Festival Asiatico.
Il film è distribuito da La Sarraz, una società torinese nata quattordici anni fa come casa di produzione di film e documentari di qualità che dal 2010 si occupa anche di distribuzione.
Il Cratere: Sinossi
“Il Cratere” si apre con una dichiarazione di intenti: Sharon, la protagonista, si prepara a un’interrogazione di letteratura italiana ripetendo la lezione sul verismo. Vengono così rievocati i contadini, i pescatori, gli umili e gli sconfitti che, nella visione di Verga, tali sono destinati a rimanere senza mai avere una possibilità di rivincita. E tutto il film si svilupperà su questa idea di partenza, con un sentore di inevitabile tragicità a incombere su tutta la vicenda.
Il film è ambientato in una Napoli fatta di povertà, ignoranza, nel sostrato umano più umile. Rosario è un ambulante con una bancarella di peluche e tutta la sua famiglia collabora nel cercare di andare avanti come meglio può, ma è una vita fatta di sacrifici, rinunce, senza grandi prospettive di riscatto. Ed è proprio qui che prende forma il cuore della vicenda: Rosario vede in Sharon e nelle sue doti canore proprio quella possibilità di rivincita in una sorta di dichiarazione di guerra alla sua condizione. Sharon è una ragazzina talentuosa, ma vive il canto come una passione genuina e si troverà a dover gestire le pressioni paterne che ripongono in lei delle aspettative troppo alte.
Una storia in cui il successo si trasformerà in un’ossessione e il talento nella condanna di una ragazzina e di una famiglia intera.
Il Cratere: Commento
Gli aspetti che mi sono piaciuti di questo film sono stati molteplici. In primis, la scelta linguistica: nel film si parla dialetto napoletano, talmente autentico da dover essere sottotitolato. Una scelta che riflette proprio quella prospettiva di verismo di cui si parlava l’inizio: lo spettatore è messo faccia a faccia con la vita e il dramma dei protagonisti senza alcun filtro o pretesa di mostrare le cose diverse e migliori di quelle che sono.
In secondo luogo, mi ha colpito molto scoprire che Sharon e Rosario Carroccia, padre e figlia nel film, interpretano in realtà i panni di se stessi e questa è la loro prima prova di recitazione: per questo stupisce ancora di più l’intensità e l’emozione autentica che emerge da ogni sguardo, da ogni dettaglio. Una prova affatto semplice, che ha portato i due a mettere in scena un rapporto completamente diverso di quello che hanno nella vita reale. Sharon, di carattere sempre vivace ed esuberante, dice di aver dovuto imparare “la tristezza” e a piangere in particolare, mentre con Rosario è stato necessario un lavoro inverso per tirare fuori le emozioni inespresse e un talento naturale che è una grandissima rivelazione.
Lo sguardo degli attori è poi esaltato ancor di più dalle scelte di regia, dal momento che il film è stato girato interamente con un’ottica fissa, il 50 mm nello specifico: questo fa sì che tutta l’attenzione si focalizzi su dettagli e primissimi piani, scandendo un ritmo lento, scene dilatate che indugiano su particolari minimi e apparentemente insignificanti, e sopratutto sugli occhi dei protagonisti. Si può dire che, ne “Il Cratere”, siano proprio gli occhi a parlare, i dialoghi rimangono su uno sfondo, talvolta reso incomprensibile proprio dal dialetto ma comunque non così necessario.
Vita vera e recitazione si intrecciano sullo schermo per questo film di Luca Bellino e Silvia Luzi, ricordando lo stile documentaristico a cui i due registi sono legati. Una bellissima scoperta, una visione toccante e ricca di spunti di riflessione sia dal punto di vista tecnico che tematico.
Gioca con Il Cratere e vinci Naj-Oleari
L’iconico marchio degli anni Ottanta Naj-Oleari, noto per le sue fantasie allegre e sognanti, ha deciso di legarsi alla promozione del film con un simpatico giveaway per rivolgersi anche alle nuove generazioni di cui Sharon fa parte.
Dal 03 al 17 aprile sarà possibile partecipare al giveaway “Il Cratere regala Naj-Oleari” e vincere 4 portafogli messi in palio dal brand. Come fare per partecipare?
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