In un’epoca storica in cui a farla da padroni sono le catene low cost e il fast fashion, dove un a ragazza italiana può entrare in un negozio e trovare le stesse identiche cose delle sue coetanea americane o cinesi, un capo su misura è un vero e proprio lusso democratico.
Eppure, un po’ per i costi spesso elevati, un po’ per una mancanza di educazione all’artigianalità, oggi è sempre più difficile che l’abbigliamento che indossiamo sia unico, pensato su misura e cucito a mano.
Ma non temete, per fortuna c’è ancora chi cerca di portare un pizzico di originalità con progetti pieni di passione e creatività. È il caso di Cheap Lobster, un progetto creato da Flavia grazie alla sua abilità nel cucire.
Qualche tempo fa Flavia mi ha contattata per aiutarla a far conoscere il suo progetto, proponendomi di provare il servizio in prima persona e di farmi realizzare una gonna da lei.
Sono andata, mi sono innamorata dell’idea e di ciò che fa e oggi voglio raccontarvelo qui sul blog attraverso un’intervista in cui lei stessa avrà modo di rispondere ad alcune domande sulla sua attività.
[cta testo_cta=”SHOPPING VINTAGE A ROMA: I MIEI POSTI PREFERITI” testo_btn=“Leggi l’articolo” href=”https://www.lefreaks.com/shopping-vintage-a-roma/”]Intervista a Flavia Romei, fondatrice di Cheap Lobster
Da dove nasce la tua passione per la moda e per il cucito?
Non so dire il momento esatto in cui è nata la mia passione per la moda e per il cucito; di sicuro è il risultato di diversi stimoli ed imput che ho ricevuto dall’infanzia sino ad ora. Mi viene in mente mia madre, assidua collezionista di riviste di moda e fai da te, che io puntualmente rubavo per replicare i look delle modelle; oppure penso a mia zia e mia nonna, esperte sarte di paese, sempre con la macchina da cucire e l’uncinetto a portata di mano, ed io che mi mettevo accanto a loro ad osservarle curiosa. A 18 anni ho comprato la prima macchina da cucire, perchè mi ero messa in testa di voler realizzare personalmente il vestito per la mia festa; ho visto tutorial su tutorial, fatto e disfatto le cuciture più volte, ma alla fine è stata una soddisfazione indossare una mia creazione e vedere che anche gli altri apprezzavano! Da quel momento mi sono convinta che volevo creare qualcosa di mio; mi sono iscritta ad un corso di alta sartoria, e sono diventata prima una sarta, poi un’architetta, poi un’esperta tessile.
Raccontaci qualcosa della tua storia: come nasce il progetto di Cheap Lobster?
Cheap Lobster nasce nel 2015, dopo un lungo anno in Germania, in cui oltre ad essermi appassionata ancora di più ai mercatini delle pulci e al vintage, ho cominciato ad entrare nell’ottica di smetterla di buttare le cose, ed iniziare a riciclare. Ho preso dai Tedeschi la loro praticità e il loro impegno nel voler dare una seconda possibilità a qualsiasi cosa, dai capi di abbigliamento agli utensili da cucina. Tutto per loro aveva valore. Quando sono ritornata a casa, ho passato le domeniche a spulciare tra le bancherelle di Porta Portese e Via Sannio; ogni capo di abbigliamento che mi piaceva, lo acquistavo anche se era di qualche taglia in più. L’obiettivo era quello di prendere un vecchio abito e rimodernizzarlo, ispirandomi ad un capo firmato appena sceso dalla passerella; dopodichè lo arricchivo con qualcosa di personale, che rispecchiasse di più me e il mio modo di concepire la moda. Ho cominciato a scrivere il blog con lo scopo di dimostrare alle persone che bastava un po’ di creatività ed impegno in più, per dar vita a qualcosa di nuovo partendo dal vecchio, evitando così di farci prendere dalla smania dell’usa e getta. Dopo aver studiato ed analizzato il mondo tessile a 360°, dalle materie prime al retail, dal lavoro nelle industrie agli uffici di grandi marchi italiani, mi sono resa conto degli enormi sprechi che ci sono in questo settore. Ho collezionato tessuti su tessuti, e come si sono evolute le mie passioni, si è evoluto anche Cheap Lobster, che ha sostituito i capi vintage con tessuti di scarto di alta qualità. I cambiamenti sono stati tanti, ma il mio motto è rimasto sempre lo stesso : “The art of getting by”, ossia l’arte di cavarsela e arrangiarsi per dare sempre una seconda chance alle cose.
Da dove viene la scelta di fare solo minigonne?
Realizzo solo minigonne per due motivi principali: il primo è legato al valore simbolico che questa incarna. Infatti la minigonna è da sempre simbolo di ribellione ed emancipazione femminile; è una presa di posizione con cui noi donne vogliamo dire “questa sono io e non me ne vergogno!”. Nonostante siamo andati avanti con i tempi, oggi la minigonna è il capo di abbigliamento che ci fa più paura, pur avendolo inventato noi stesse, grazie alla nostra volontà di metterci in gioco ed osare/provocare con un orlo che andasse ben oltre la linea del ginocchio.
Il secondo è un motivo puramente pratico, in quanto le fabbriche tessili, dopo aver tessuto la pezza, ne tagliano una parte di circa 50cm per effettuare i controlli di qualità necessari per procedere con la vendita del tessuto alle varie case di moda; questi piccoli scampoli vengono considerati scarti, quindi ammassati in grandi carrelli e gettati via. Alla vista di tutto questo, ho pensato: “cosa si può fare con 50cm di tessuto?” la risposta ce l’avevo addosso: una minigonna.
In futuro pensi di realizzare anche ad altri capi di abbigliamento? Quali sono tuoi progetti?
Per adesso la minigonna incarna perfettamente lo spirito di CL. Tuttavia quando le clienti mi vengono a trovare nella mia Atelier, propongo loro quattro lunghezze di minigonna diverse: la super mini (30cm), la classica (36cm), la midi mini (40cm) e la longuette (45cm). Assieme scegliamo il modello, la lunghezza ed il tessuto adatto, per far si che ogni mini sia cucita apposta per le loro forme e modo di essere.
In futuro mi auguro di continuare a crescere, di riuscire a trasmettere la mia passione alle clienti più affezionate ed accoglierne delle nuove, iniziare con loro nuovi progetti e sfide; ma anche far riscoprire alle persone, la bellezza di avere un capo personalizzato e su misura, di comprenderne la fatica e la passione che c’è dietro, per cominciare a dare valore ad ogni capo che indossiamo e smetterla di buttare via.
La mia esperienza
E ora lasciate che vi racconti come è andata: sono andata a trovare Flavia nel suo piccolo appartamento/atelier, uno spazio super accogliente in cui vive e lavora tenendo con sé lo stretto indispensabile. L’area di lavoro è essenziale, e la macchina da cucire troneggia nella stanza come la vera protagonista.
Al mio arrivo, Flavia aveva già pensato ad alcuni modelli da propormi studiando il mio stile sui social, così non ho dovuto fare altro che scegliere l’idea che preferivo.
A vincere tra le quattro proposte è stata una gonna midi a vita alta, modello ad A con cinta in vita, piega frontale e taschine con bottoni vintage, un modello splendido che rispecchia perfettamente il mio gusto.
La cosa che mi ha più colpito in tutto il processo creativo della mia gonna su misura è stata la possibilità di scegliere ogni dettaglio: il colore, il tipo di tessuto, la lunghezza, e ovviamente Flavia ha preso tutte le misure necessarie.
Dopo circa una settimana la mia gonna era pronta e non ho dovuto fare altro che andare a ritirarla (volendo c’è anche il servizio di spedizione a domicilio). Inutile dire che una volta provata era perfetta, decisamente… Cucita addosso! :)
Quello che ho preferito di tutto questo servizio è stata, in un certo senso, la possibilità di recuperare un gesto che per le nostre nonne e probabilmente ancora per le nostre mamme era molto comune, mentre per le ragazze della mia generazione è capitato molto raramente di farsi cucire qualcosa su misura di propria iniziativa.
Trovo che questo progetto riavvicini ciascuna di noi a un’idea di artigianalità sartoriale facilmente accessibile che rappresenta una valida alternativa al fast fashion e ai vestiti tutti uguali che troviamo nei negozi.
Per chi ama prestare attenzione a ciò che indossa è un modo unico di distinguersi, inoltre è un acquisto etico che sostiene l’artigianalità, che ha un minore impatto sull’ambiente e che fa sentire ogni donna più bella in un capo che le calza a pennello.
Devo dire altro per convincervi a provare le gonne di Cheap Lobster?!
Potete trovare Flavia e il suo progetto su Instagram e sul blog CL.