By Published On: 13/03/2019Categories: Cinema, Cultura, RomaTags: , , , ,

Roma è una delle città più amate dal cinema di tutti i tempi: ambientazione per eccellenza delle pellicole del neorealismo italiano e della Dolce Vita felliniana, oggi continua a essere una location protagonista spaziando dai colossal storici ai film d’autore.

Ma se parliamo di Roma e di cinema, uno dei primi nomi che ci vengono alla mente è senza dubbio quello di Pier Paolo Pasolini. Scrittore di romanzi, poeta, regista, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista nonché intellettuale di spicco della cultura italiana del secondo dopoguerra fino agli anni Settanta.

Pasolini è ancora oggi una delle massime figure di riferimento del pensiero del XX secolo, importante per la sua analisi attenta e arguta della società italiana in trasformazione nel secondo dopoguerra.

Una figura complessa e spesso controversa, oggetto di forti polemiche legate alla radicalità del suo giudizio sulla borghesia e sul nascente consumismo e alla sua omosessualità.

Partendo cosí da un articolo letto sul magazine di Expedia dedicato alla Roma di Pasolini, i luoghi in cui ha vissuto e che ha scelto di immortalare nei suoi film, ho deciso di scrivere questo post e fare una passeggiata alla scoperta del Pigneto, tra street art e luoghi di culto legati al film “Accattone”.

street art pigneto pasolini

Roma nel cinema di Pasolini

Roma è stata per lungo tempo al centro della produzione pasoliniana, sia letteraria che cinematografica. L’autore crea un grande affresco delle borgate romane, interessato a cogliere l’autenticità della vita dei più umili.

Pasolini punta all’essenziale, a raccontare la vita in presa diretta, senza le sovrastrutture della società borghese e del consumismo che nel secondo dopoguerra stava diventando sempre più una sorta di religione imperante.

E quella che racconta è sempre una Roma amara, crudele, in cui i buoni sentimenti fanno da contraltare alla fame e alla disperazione di personaggi veri, a tratti gretti e meschini ma sempre incredibilmente umani.

Il sottoproletariato si muove così nel degrado della periferia, le famose borgate romane, raccontate nel cinema attraverso carrelli frequenti e prolungati che esaltano sentimenti di immobilità, eternità e impotenza al tempo stesso.


Pasolini predilige le periferie est della città: a essere raccontati sullo schermo sono i quartieri Casilino, Prenestino, Tuscolana, Appia Nuova, mentre la Roma monumentale non quasi appare mai, se non in rare occasioni. A differenza di Fellini che esalta il barocco e i lustri della città eterna, Pasolini è più interessato a scavare a fondo, sporcandosi le mani tra i ruderi delle case popolari e le facciate scrostate della periferia alla ricerca di una purezza antica e perduta.

Uno dei film più noti di Pasolini è “Accattone”, pellicola del 1961 di cui parleremo in particolare in questo post, come anticipato anche dal titolo.

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Lo storico bar Necci in via Fanfulla da Lodi, 68

Il Pigneto di Pasolini tra le location di Accattone

Qui di seguito andremo a ripercorrere insieme i luoghi scelti da Pasolini come set per il film “Accattone”, ambientato principalmente nel quartiere del Pigneto.

Certo, oggi il quartiere è molto mutato a causa del fenomeno della gentrificazione, con il centro che si espande e le periferie che mano a mano si riqualificano, divenendo luoghi più vivibili ma perdendo anche quel carattere di autenticità che Pasolini tanto amava esaltare nei suoi lavori.

Accattone, dunque, abita al Pigneto ed è per queste strade che trascorre la sua giornata in compagnia degli amici, sempre ciondolando da un posto all’altro in attesa di fare qualche colpo per svoltare la giornata. Luoghi che compaiono anche nel romanzo del 1955 “Ragazzi di vita”.

Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza; una povera, umile, sconosciuta stradetta, perduta sotto il sole, in una Roma che non era Roma. (P. P. Pasolini)

Una via di mezzo tra città e baraccopoli, con le strade sterrate e piene di polvere, animali e ragazzini lasciati liberi nei cortili, spazi condivisi e tanta povertà. Accattone, interpretato da Franco Citti, incarna l’anima popolare del quartiere e ne diverrà un simbolo destinato a plasmare l’immaginario dei decenni successivi, con un fascino che arriva fino ai giorni nostri.

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Il Fanfulla, un locale di riferimento per la vita culturale e notturna del quartiere

Ecco i luoghi principali che compaiono nel film “Accattone” e che è possibile ripercorrere con una passeggiata per le strade del Pigneto:

La casa di Accattone

La casa del protagonista si trova in via Ettore Giovenale 101. A celebrarla, una targa sulla facciata e un’altra sul vicolo dell’Accattone nella strada ad angolo.

I bar

Accattone e i suoi amici trascorrono gran parte delle loro giornate seduti ai tavolini dei bar, e quello in Via Fanfulla da Lodi, 50 è una delle principali location del film. In realtà non è mai esistito e fu allestito come set appositamente per il film.

Sempre in Via Fanfulla da Lodi, ad angolo con Via del Pigneto, c’è poi un altro bar che invece esiste realmente e ancora oggi è possibile riconoscerne la ringhiera ed il cancello di ingresso che compaiono nel film.


Il nasone

Elemento caratteristico di Roma, per chi non lo sapesse i “nasoni” non sono altro che fontanelle. Ce n’è uno in particolare che compare spesso nel film e a cui Accattone si ferma a bere: originariamente si trovava in Via del Pigneto all’ angolo con Via Ettore Giovenale, oggi è stato spostato poco più in là all’angolo con Via Ludovico da Terni.

Casa di Scucchia

Qui è dove vanno Accattone e i suoi amici per farsi cucinare un pasto di fortuna che hanno rimediato. Per raggiungerla, percorrono Via Riccio da Parma in direzione di Via del Pigneto.

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Murales “Piccola Maria” ispirato al Vangelo secondo Matteo a opera dell’artista Mr Klevra

La street art del Pigneto in memoria di Pasolini (e non solo)

Come dicevo sopra, l’opera di Pier Paolo Pasolini ha segnato profondamente l’identità e l’immaginario del  Pigneto. Un quartiere che oggi si sta riqualificando e va perdendo la sua origine di borgata povera e malfamata e al contrario si sta affermando sempre più come un importante polo artistico e culturale della città.

Un fenomeno importante per la vita del quartiere è quello della street art, coloratissima e molto presente nelle strade più caratteristiche, a partire proprio da Via Fanfulla da Lodi e lo storico bar Necci 1924.

Per gli amanti di questa forma d’arte, dunque, è possibile avventurarsi alla scoperta del quartiere con una semplice passeggiata che vi immergerà nei luoghi frequentati da Pasolini e usati come ambientazione dei suoi film e romanzi.

“L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza”, ad esempio, è uno dei murales più famosi: è opera dell’artista Maupal e rappresenta lo sguardo penetrante di Pier Pasolini Pasolini che osserva i passanti da un palazzo. Dall’altro lato della strada, alla stessa altezza, c’è invece la “Piccola Maria” ispirata al Vangelo secondo Matteo, disegnato da Mr Klevra, mentre poco distante si può osservare il volto del poeta coperto da una maschera blu con scritto “io so i nomi”, opera di Omino 71.

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Il murales “L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza” a opera dell’artista Maupal

La street-art di Pigneto e dintorni può essere scoperta attraverso vari itinerari e qui di seguito ve ne proporrò diversi.

Itinerario 1

Il primo percorso parte dal cuore del Pigneto, con Via Fanfulla da Lodi in cui Pasolini girò il film “Accattone” nel 1961. Qui molti artisti hanno voluto omaggiare il poeta con grandi e piccoli murales. Si prosegue poi per “Varco”, la galleria di riferimento del quartiere e poi si fa sosta nel bar “Necci”, amato e frequentato dallo stesso Pasolini. Da qui si può proseguire verso la casa di Accattone e infine verso le committenze pubbliche nelle scuole e i progetti monumentali nella parete delle gallerie.

Itinerario 2

Il secondo percorso prevede una passeggiata tra Pigneto e Torpignattara. È qui che si può ammirare il murale più grande dedicato a Pasolini sul muro di una scuola. All’ex Cinema Impero si incontreranno anche altri grandi protagonisti della vita del quartiere: Franco e Sergio Citti, Anna Magnani e Mario Monicelli, passando per il muro meticcio che racconta le storie di questo quartiere così riccamente multiculturale.

Itinerario 3

Il terzo itinerario, oltre alla visita a tutti murales di Torpignattara, prevede un’ultima sosta presso “Hostia”, il murale di Nicola Verlato: sempre dedicato a Pasolini, rappresenta il poeta che precipita su un isola dove ci sono la madre, Petrarca e il poeta Erza Pound. Un’opera di grande impatto che è stata definita “la Cappella Sistina di Torpignattara”.


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Murales “Io so i nomi” realizzato dall’artista Omino 71

Se ti piace la street art, guarda anche questi post:

VESTITO LUNGO PER L’AUTUNNO IN STILE BOHO (PORTO FLUVIALE)

GASOMETRO, STILE URBAN (OSTIENSE)

PRINCIPESSA METROPOLITANA (GARBATELLA)

Tutte le foto di questo post sono state scattate con Panasonic Lumix GX9M con obiettivo 12-60 mm

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One Comment

  1. Danilo 18/07/2021 at 09:02 - Reply

    Ciao complimenti per l’articolo
    Siamo una compagnia teatrale. Vorremmo avere info per un nostro progetto su Pasolini
    Poi contattarci
    Alla mail grazie
    Danilo meriano

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