By Published On: 17/08/2017Categories: Cinema, CulturaTags: , , ,

Ecco cosa trovi in questo articolo

Film su Netflix

Netflix è sicuramente la mia piattaforma preferita per vedere film, serie tv, documentari e vari generi d’intrattenimento e da qualche tempo a questa parte ho iniziato a scrivere una rubrica mensile per suggerirvi cosa guardare tra la miriade di nuovi titoli proposti ogni mese. Nei mesi scorsi mi sono concentrata sopratutto su serie tv, mentre oggi voglio parlarvi in particolare di due film recenti, entrambi produzioni originali di Netflix.

Incuriosita dal buzz creato dagli utenti sui social attorno a questi titoli, mi sono decisa a vederli. Si tratta di due film molto diversi tra loro, ma entrambi con un messaggio impegnato, cosa che ho apprezzato molto. Nel primo si parla di disturbi alimentari e in particolare di anoressia, nel secondo del consumo consapevole di carne e dei retroscena dell’industria alimentare. Due temi di spessore, certo non sono film leggeri da vedere per passare un pomeriggio spensierato, ma non tutto l’intrattenimento deve essere vuoto e frivolo. Guardate questi film quando avete voglia di vedere qualcosa di intenso e significativo, garantito che vi rimarranno addosso e stimoleranno delle riflessioni costruttive!

Pronti a vederli insieme? Ecco le trame!

To the Bone – Fino all’osso

To the bone (it. Fino all’osso) è un film originale di Netflix che vede come protagonista Ellen (Lily Collins), una ragazza giovanissima che lotta fin dall’adolescenza con una grave forma di anoressia. Entra ed esce continuamente da centri di recupero, ma nessun trattamento sembra veramente efficace per liberarla dalla sua ossessione: la sua attività preferita sembra essere quella di imparare a memoria le calorie di ogni singolo alimento e pensare a nuovi modi per bruciarle.
Ellen fa parte di una famiglia problematica: la madre ha fatto coming out e si è dichiarata lesbica, iniziando una relazione con la sua migliore amica; il padre si è risposato ma fa di tutto per evitarla, anche se lei ora vive con lui e la sua nuova famiglia formata da una matrigna e una sorellastra che la amano molto e si preoccupano per lei. Eppure lei non riesce a essere felice, né a concentrarsi sugli aspetti positivi della sua vita che, tra alti e bassi, dovrebbe essere quella di una normalissima ventenne.

Arrivata a livelli di sottopeso allarmante, la famiglia prova un’ultima soluzione mandandola in una casa famiglia per giovani affetti da disturbi alimentari, guidata da un medico decisamente non tradizionale, il Dr. William Beckham (Keanu Reeves). Un metodo anticonvenzionale che le lascia ampi margini di libertà e autonomia la metterà in crisi, costringendola a fare i conti con la realtà. Dopo una serie di piccole vittorie, Ellen avrà un grave crollo psicologico: solo toccando il fondo per un’ultima, drammatica volta, capirà finalmente di essere pronta a risalire.

To the bone è un film che ti coinvolge e ti sconvolge, perché capisci che quella ragazza potresti essere tu, potrebbe essere chiunque intorno a te. Una full immersion nuda e cruda nel mondo dei disturbi alimentari, tra anoressia e bulimia. Non solo ragazzi, ma anche donne adulte che si confrontano con queste malattie e non sempre ne escono vincitrici.

Una storia che ci insegna ancora una volta a non giudicare gli altri sulla base delle apparenze, perché certi disturbi partono da un disagio mentale che non sempre ha confini netti. Un misto di depressione, insicurezze, conflitti, paure infantili… E il rapporto col cibo ne può risentire sensibilmente come efficace valvola di sfogo o esasperata forma di controllo.

107 minuti col fiato sospeso, facendo il tifo per Ellen e per la sua guarigione. Da vedere tutto d’un fiato tenendo a portata di mano i kleenex!

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Okja

Filo conduttore tra i due film sembra essere proprio l’attrice Lily Collins, nel primo protagonista, qui invece personaggio secondario. In Okja, infatti, protagonista è la giovane attrice coreana Ahn Seo-hyun: per farla breve, una ragazzina coreana di nome Mija lotta contro una multinazionale americana per evitare il rapimento della sua migliore amica, un’enorme femmina di maiale geneticamente modificato chiamato Okja.


Dieci anni prima, la Mirando Corporation aveva realizzato in laboratorio alcuni esemplari di super maiali geneticamente modificati da cui ricavare maggiori quantità di carne e li aveva distribuiti ad alcuni allevatori d’eccellenza dislocati in varie aree del mondo, pagando profumatamente il loro lavoro. Allo scadere del tempo necessario al massimo sviluppo fisico dei maiali, la multinazionale reclama a sé i prodotti dell’esperimento, al fine di inserire i nuovi esemplari nel circuito dell’industria alimentare e di trarne enormi profitti.

Tra tutti gli esemplari, sarò proprio Okja quello a dare migliori risultati, e la multinazionale andrà a recuperarlo tra le montagne della Corea del Sud, dove però nel frattempo la piccola Mija aveva cresciuto il maiale come un animale da compagnia, nonché suo migliore amico. Per questo Mija intraprenderà un viaggio per liberare la sua amica Okja dai progetti della Mirando Corporation e salvarle così la vita.
La sua storia si intreccerà con la battaglia animalista di un gruppo di ribelli, che inizialmente la ostacolerà, ma infine la aiuterà ad assicurare il lieto fine a questa storia (non poteva essere altrimenti).

Se da un punto di vista di suggestioni il regista Bong Joon-ho sembra essersi ispirato alle atmosfere fiabesche di Miyazaki o di Spielberg, Okja in realtà porta in scena moltissimi temi di grande crudezza e attualità: il rapporto dell’uomo con la natura, il rispetto per la vita, gli ogm, gli esperimenti sugli animali, il consumo di carne. Certo, il film mette in scena anche tutta una serie di simbolismi troppo ovvi, come lo scontro tra una natura povera e incontaminata (in questo caso sud-est asiatico) e una potenza capitalista spietata (gli USA), la contrapposizione tra un mondo infantile puro ed edulcorato e uno adulto, corrotto e spietato, ecc…

Se il tema non è affrontato nel modo più innovativo, quello che è certo è che Okja offre un’ottima occasione di riflessione e di presa di coscienza: un modo di avvicinare anche i più piccoli e il pubblico più restio a tematiche spesso scabrose e alle quali si preferisce non pensare mentre si addenta un bell’hamburger.

Un film da vedere per risvegliare un po’ le proprie coscienze, anche qui tenete a portata di mano i fazzoletti! ;)

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