Il mio 2016 è iniziato alla grande sotto il punto di vista del consumo culturale: ci pensavo giusto in questi giorni. Chiudo il mio bilancio dei primi 3 mesi con tantissimi film visti al cinema, musei d’arte moderna e contemporanea visitati, bei libri letti. Queste piccole constatazioni mi rendono molto felice e soddisfatta, mi sento più completa come persona quando sono circondata da arte e stimoli così ricchi.
In questo periodo, per esempio, mi sento particolarmente vicina alla poesia, stamattina riflettevo su un mio progetto di scrittura che mi piacerebbe trasformare in realtà, giovedì ho visitato una splendida mostra pittorica e oggi sono alla ricerca di qualche nuovo film in uscita nelle sale a breve.
Attendo sempre con curiosità e impazienza di scoprire i lavori degli italiani, nella speranza che attori e registi nostrani possano produrre qualcosa di davvero valido. Di recente, per esempio, ho visto “Lo chiamavano Jeeg Robot” diretto da Gabriele Mainetti e con attori del calibro di Claudio Santamaria e Luca Marinelli. Questo tentativo di creare un genere nuovo nel cinema italiano – i film di supereroi -, mi è piaciuto moltissimo soprattutto per la regia, le musiche e la recitazione.
Tra pochi giorni, invece, uscirà un altro film che sono molto curiosa di vedere: si intitola “Veloce come il vento“, nelle sale dal 7 aprile. Prodotto da 01 Distribution, co-scritto e diretto da Matteo Rovere, il film parla del difficile rapporto di un fratello e una sorella e della loro passione per lo sport. Lo sport in questione è il rally, tradizionalmente considerato “una cosa da maschi”, dico bene? Invece la protagonista del film è Giulia De Martino (l’esordiente Matilda De Angelis), una diciassettenne con la passione per i motori nel sangue e una lunga tradizione di campioni di corse automobilistiche in famiglia.
Così anche lei inizia la sua carriera nel mondo delle corse e dimostra tutto il suo talento. Ma la sua vita non è tutta rose e fiori, e anzi, vive una situazione famigliare tormentata e problematica. Quando il padre scommette la loro casa e la perde, Giulia si trova a dover gestire uno sfratto imminente e a doversi far carico anche del fratellino più piccolo.
Qui entra in scena il fratello maggiore Loris, interpretato da uno Stefano Accorsi notevolmente dimagrito ed emaciato, ex leggenda dell’automobilismo da rally diventato ormai un personaggio negativo che conduce una vita nell’illegalità. La sua presenza genererà conflitti ma anche un confronto umano che mette in scena il valore della famiglia, con tutte le difficoltà e l’importanza dei legami di sangue, e alla fine i due protagonisti si ritroveranno a collaborare per un obiettivo comune.
Il regista apprende la lezione cinematografica dei tanti film d’oltreoceano su questo genere, portando sullo schermo una pellicola che parla sì di motori, ma non dimentica la dimensione umana. Sotto questo punto di vista, il film è godibilissimo anche da chi non è appassionato di motori.
Anzi, il pregio più grande di “Veloce come il vento” è proprio questo: rivolgersi a un pubblico variegato attraverso un bagaglio di valori assolutamente condivisibile. In primo luogo, la figura della donna è abilitata all’interno di un mondo tradizionalmente maschile: in pista maschi e femmine sono uguali, le pari opportunità sono reali e Giulia lotta e gareggia con onore e determinazioni nello stesso modo di qualsiasi collega uomo.
immagine via oubliettemagazine.com
Una lezione positiva per tutti, quindi, in un film che attraverso gli occhi di un quarantenne borderline (Loris-Accorsi) fa una sorta di grande parallelo tra il mondo dei motori, delle corse e delle macchine e la vita di ciascuno di noi: proprio come se fossimo delle automobili, è normale farsi male, venire fatti a pezzi…E ripararsi per tornare a funzionare nuovamente.
Senza dimenticare la lezione sulle donne: non esseri fragili da tenere sotto una campana di vetro, ma persone che non hanno paura di sporcarsi le mani, lottare e faticare per raggiungere i propri obiettivi senza porsi alcun limite mentale o fisico.
Un film atteso e da vedere, qui sotto vi lascio il trailer!
immagine via www.cinematographe.it