Più o meno un anno fa scrivevo questo post: Free as bird. Curioso che i momenti di svolta nella mia vita arrivino sempre a scadenza fissa. Settembre è un mese importante, sarà che la fine dell’estate mi induce spontaneamente a fare una sorta di bilancio generale da cui ripartire. Molto più che il Capodanno, l’inizio di settembre mi mette in subbuglio emotivo, mi fa fermare per chiedermi chi sono e cosa voglio. Penso al futuro, penso al passato, a me stessa nel presente, e cerco di districarmi tra le possibilità, le opportunità mancate e quelle a portata di mano.
E’ un bilancio che spaventa, ma va fatto.
Sono un po’ inquieta in questo periodo, e probabilmente emerge dalla mia latitanza: si riflette su tutti gli ambiti della mia vita e mi tiene più in disparte, anche rispetto ai social e al blog. Ho bisogno di tempo, anche se settembre non è ancora arrivato ma io ne parlo già come se fosse qui.
No, l’estate non è ancora finita, ma dentro di me sento quella malinconia che si prova anche nei momenti più belli senza saperselo spiegare, come davanti a un tramonto. Ma anche stavolta non è una fine, è semplicemente un nuovo inizio.
La verità è che sono in attesa, ho trascorso l’ultimo anno aspettando che succedesse qualcosa, qualcosa che non è successo. Ho chiuso un capitolo della mia vita senza rimpianti, non voglio più guardarmi indietro. Ho preso anche delle decisioni importanti, mentre gli altri dall’esterno mi osservavano pensando che io non avessi preoccupazioni di alcun tipo.
Ora sono nuovamente in attesa, ma per altri motivi, per scelta, per questioni di cui posso dirmi ben contenta: attendo con ansia gli esiti di un concorso pubblico a cui ho partecipato e che, in caso di vincita, cambierà sensibilmente la mia vita, impegnandomi un un progetto di studio e lavoro della durata di 2 anni, lontano da casa. Ma sono ben felice di aspettare l’esito di questo tentativo, ho scelto volontariamente di farlo e per fortuna l’estate mi ha tenuta con la mente impegnata facendo volare il tempo. Andrà bene, andrà male? Intanto sarà un punto da cui ripartire per decidere del mio avvenire.
Nei mesi scorsi ho pensato a tratti di essere ferma: invece mi sono accorta di aver fatto tantissimo, di aver preso, dato, perso e trovato, pensato, vissuto tanto. Oggi non sono più la persona che ero un anno fa ed è questo il punto. Che non tutti sono disposti ad accettarlo, e per la prima volta in vita mia io non sento il bisogno di giustificarmi davanti a me stessa, di trovare consensi e riconoscimenti. Voglio semplicemente essere, si può? Nella mia vita non mi sono mai concessa un simile lusso: essere solo per me stessa. Magari sbaglierò, io non lo so quello che succederà, cosa c’è dietro l’angolo, quel che verrà dopo, io non lo so.
Trovarmi sola davanti ai miei problemi da risolvere, mi ha messo alla prova con me stessa, una sfida senza esclusione di colpi, una lotta alla sopravvivenza. E in queste situazioni, si sa, escono fuori il meglio e il peggio delle persone. Solo che era tutto tra me e me, la sfida, la lotta, il problema. E quello che sono diventata è qualcosa che già ero in stato embrionale, ma che si è sviluppato solo ora per i casi a cui la vita mi ha sottoposta.
Un anno fa mi alzavo e sapevo chi ero, cosa volevo, in cosa credevo. Beata me, penso. Oggi non ho più la stessa sicurezza, ma i momenti di crisi servono per renderci più forti, dicono. Staremo a vedere.
Quel che non cambia, ad ogni modo, è lo spirito: la voglia di farcela, sempre; la fame di vita, insaziabile; la curiosità, risorsa preziosa. E la solitudine mi spaventa, ma non è mai stato un limite; l’idea di perdere persone che amo e che ho amato mi preoccupa, ma sono sopravvissuta anche a questo; il nuovo, il cambiamento, l’ignoto, mi attirano a loro.
E anche quest’anno, sul finire dell’estate, alle porte di settembre, io so che è arrivato il momento di andare oltre: aspetto le ultime conferme prima di ricalibrare la rotta, e poi si va, verso un nuovo anno, verso una nuova me. Migliore, peggiore? Solo il tempo potrà dirlo, e incrociando le dita, non avrò nulla da rimpiangere.
COSA INDOSSAVO
Shorts – Promod
Espadrillas – Pittarello
Borsa – Lidl
Per fare un passo in avanti bisogna perdere l’equilibrio per un attimo.. prima di ritrovare il terreno sotto ai piedi! in qualunque direzione andrai, l’importante è non fermarsi mai ;) ti auguro il meglio!
ps molto carino il tuo outfit e bellissima luce nelle foto
baci baci
Lalla
http://langolodeicucholitos.blogspot.it/
Che grande verità che hai detto…Chissà com’è che me la scordo sempre! Non mi fermo mai no, ma questo senso di vuoto mi disorienta tantissimo!
Grazie dell’augurio, lo ricambio :*